Se, vedendo la sezione "libri" mestamente abbandonata da mesi, vi è passato per la testa che la lettura avesse, per qualche oscuro motivo, perso fascino agli occhi del pigro curatore di questo blog, vengo a portarvi una felice novella: giammai! Il fatto è che, sebbene adori leggere, non sono mai stato un accanito lettore. E per scelta, aggiungo. Perché, vedete, quando si hanno a disposizione solo 17 ore di veglia - metà delle quali dedicate 5 giorni su 7 al lavoro - da distribuire tra un numero piuttosto elevato di interessi, passioni e doveri, bisogna imporsi delle regole. Una di queste è proprio cercare (quando possibile) di evitare le maratone di lettura di 4-5 ore perché "sono arrivato ad un punto cruciale del libro". Il motivo è semplice: visto che, alla fine, scelgo sempre libri che mi attirano per un qualche motivo (l'autore, il genere, il commento di altre persone con gusti compatibili ai miei, e così via), la probabilità di trovare "punti cruciali" è così elevata che, se non mi dessi un contegno, passerei il resto delle mie serate a leggere sul divano con le cuffie nelle orecchie (senza musica mi distraggo). Il che non sarebbe un male, sia chiaro, è solo che toglierei tempo ad altre cose che mi appassionano in egual misura e, semplicemente, non mi va.
Tutto questo astruso preambolo per dire che negli ultimi 8 mesi ho letto "I Pilastri della Terra" e ho iniziato la gargantuesca saga di quel geniaccio di Martin. Unico punto di contatto tra i due è il periodo medievale in cui sono ambientati, ma finisce lì. Il primo è infatti un fulgido spaccato di vita del dodicesimo secolo, che ruota intorno alla costruzione della cattedrale di
Kingsbridge (cittadina immaginaria nel
Wiltshire, fulcro delle vicende) e dalla quale si dipana un dedalo di storie, intrecci e avvenimenti degni del miglior Follet. L'incredibile dettaglio con il quale l'autore plasma e rende vivi anche i particolari più insignificanti (dalla "pulsante" vita di strada, alla consistenza e all'odore dei materiali da costruzione usati nei cantieri) si amalgama con la profondità della caratterizzazione dei personaggi e con lo sfondo storico (dall'affondamento della
Nave Bianca all'assassinio di
Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury). Il risultato è che il lettore è avvolto dall'incalzante susseguirsi delle vicende, rapito e trasportato in una lontana Inghilterra, in cui
la nobilità è ancora saldamente aggrappata ai propri privilegi, la Chiesa cerca di affondare radici sempre più profonde nelle coscienze del popolo e la borghesia tenta di contrastare un sistema sociale e politico ormai troppo sbilanciato. Se vi piace il genere (e in tal caso, tra gli altri, vi consiglio anche
Bernard Cornwell), "I Pilastri della Terra" è un assoluto must.
Una menzione speciale la merita sicuramente la miniserie televisiva uscita un paio di anni fa e che riesce a ricreare in modo davvero ammirevole le stesse atmosfere del libro. La versione Blu-ray è splendidamente realizzata e la qualità è eccelsa: ambientazioni e scenografie degne di un film hollywoodiano, e cast azzeccato per il 90%. Un consiglio: leggete prima il libro. La quantità di vicende, sfumature e dettagli della versione cartacea non poteva in alcun modo essere riprodotta fedelmente in una serie della durata complessiva di meno di 7 ore. La sensazione di fondo è purtroppo una vecchia conoscenza per questo genere di trasposizioni: accade tutto un po' troppo in fretta.
Su un piano diverso si collocano invece le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco: è vero che il periodo storico è più o meno quello, ma il mondo è totalmente fittizio, come anche le leggi che lo regolano, per questo motivo l'ago della bilancia per quanto riguarda l'opera di Martin pende molto di più verso il
fantasy. Per mio sommo gaudio, aggiungerei, perché di stoffa, il buon George Raymond Richard, ne ha veramente tanta. Di saghe fantasy ne ho lette parecchie, sicuramente tutte quelle più famose, ma devo ammettere che nessuna mi ha appassionato e coinvolto come questa. Anche lo stesso Signore degli Anelli, per quanto io adori quel libro e il suo creatore, per certi versi non può minimamente competere con la profondità delle Cronache (e un po' mi piange il cuore doverlo ammettere).
Gli intrecci presenti, la quantità di sotto-trame e di sentieri paralleli, la meticolosa caratterizzazione psicologica di tutti i personaggi e in generale una visione di insieme di una vastità e compattezza uniche, rendono questa saga un vero gioiello della letteratura. Certo, le sue dimensioni possono scoraggiare (attualmente siamo arrivati intorno alle 4300 pagine, e
due settimi della serie devono ancora essere scritti, verosimilmente altre 1600-1700 pagine) e la quantità di personaggi presenti può inizialmente confondere (io stesso
lo sono stato quando ho cominciato), ma vi assicuro che ne vale la pena. Martin ha uno stile di scrittura molto
asciutto e in grado di stimolare efficacemente la fantasia del lettore con descrizioni che definirei capillari.
Ogni capitolo delle Cronache descrive il punto di vista di uno dei protagonisti della storia. Questo espediente aiuta a focalizzare l'attenzione su una sotto-trama, su un avvenimento, su un personaggio o su una regione per volta, ma il rovescio della medaglia è che il concentrarsi così a lungo solo su una piccola porzione della storia tende a far perdere di vista tutte le altre (specialmente se le sessioni di lettura avengono a ore di distanza tra di loro, come accade in genere). Per fortuna Martin riesce comunque a mantenere vivi nella mente del lettore avvenimenti accaduti anche centinaia di pagine prima, rinfrescandogli la memoria con una sorta di "promemoria" mirati e ben dosati.
L'ambientazione è ricchissima di dettaglio, specialmente dal punto di vista
geografico (
qui trovate una delle migliori cartine in circolazione), e vi ritroverete molto spesso a consultare la mappa presente all'inizio di ciascuno dei libri per avere un'idea più precisa di quello che succede. La storia merita una considerazione a parte: di rado mi sono imbattuto in un intreccio di sotto-trame così magistralmente orchestrato come quello creato da Martin. E' difficile descrivere la portata della trama che si dipana in quelle migliaia di pagine, ma
sappiate che c'è veramente tutto quello di cui ha bisogno un romanzo d'eccellenza di questo genere: intrighi, magia, alchimia, creature mitiche, psicologia, introspezione, tradimenti, combattimenti, sanguinose battaglie, tornei, vita di corte, e chi più ne ha più ne metta. In generale verrete catapultati in un mondo "a tutto tondo", completo e vivido, dal quale difficilmente vorrete staccarvi.
In Italia la saga completa (scritta fino ad ora) è composta da 12 diversi volumi, mentre in originale sono solo 5. Se vi è possibile, vi consiglio di procurarvi i volumi unici (collana "Urania - Le grandi saghe fantasy"), perché sicuramente risparmierete qualcosa. Nota di demerito: non vi è ancora traccia degli eBook in italiano.
Menzione più che speciale merita anche in questo caso la
serie televisiva: realizzata davvero bene, vanta attori molto bravi e incredibilmente azzeccati, e uno svolgersi della trama ben studiato, che limita il più possibile l'effetto "fast forward" di cui parlavo poco fa (anche se, rispetto a "I Pilastri della Terra", ogni serie - corrispondente ad un libro originale - dura 10 ore). Certo, alcune cose, per esigenze televisive, sono state modificate (specialmente nel corso della seconda serie), ma la fedeltà è in ogni caso molto elevata. Contrariamente al solito, ritengo che vedere prima la serie e poi - eventualmente - leggere il libro non comporti grandi problemi, perché le due opere procedono talmente tanto in parallelo, che l'una può essere considerata come l'approfondimento dell'altra, senza che questo ne intacchi eccessivamente la fruibilità.
I Pilastri della Terra li ho in wishlist, ma la pila sul "comodino" è attualmente di 17 libri già acquistati. E neanche conto la wishlist che ormai ha superato abbondantemente il centinaio di libri.
E la "Biblioteca Cloud"? Oddio.