_ scritto il 30.05.2012 alle ore 13:57 _
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Sono abbastanza d'accordo nel definire assurda - per usare un termine garbato - la necessità di celebrare la Festa della Repubblica Italiana con una parata militare. Per quanto comprenda che sia una tradizione legata all'orgoglio nazionale di aver istituito la forma di governo attuale a seguito della caduta del fascismo, e per quanto la stessa deposizione della corona d'alloro serva a commemorare chi in quella guerra ha perso la vita, trovo che lasciar sfilare forze armate - per definizione "dispensatrici di morte" - non sia un buon messaggio da dare, e non lo sia mai stato. Non lo è soprattutto perché l'Italia dovrebbe ripudiare la guerra, e una parata militare potrebbe invece sortire l'effetto di celebrare il lato sbagliato di tutta la faccenda, perché la guerra non è mai una cosa bella, anche se ci dicono che a volte è necessaria.
Trovo invece demenziale che qualcuno pensi sul serio di poter annullare la parata per destinare tutti i fondi alle zone terremotate. Come se l'organizzazione di un evento gigantesco come questo comportasse solo spese all'ultimo secondo. Fatevene una ragione: la grandissima parte di quei soldi sono già stati spesi e incassati da fornitori di servizi, mezzi e uomini che avranno stipulato contratti e ordini di fornitura ormai da mesi. Di quei 2,6 milioni di Euro è rimasto poco o niente.
Se proprio non volete che si celebri la parata, perché la reputate uno spreco di risorse e una mancanza di sensibilità nei confronti di chi sta vivendo un dramma in queste ore, non credete che sarebbe molto più sensato chiedere di impiegare nelle zone terremotate tutte le forze armate, di polizia e i vari corpi che dovrebbero sfilare?
O per caso siete tra quelli che sono soliti immergersi in belanti crociate conformiste il cui massimo grado di partecipazione e impegno è la pressione del tasto "retweet" e l'inserimento - a loro discrezione - di qualche sinonimo di "indignato" o "scandaloso"?
Come dire: oggi per protesta rinuncio al mio piatto di spaghetti alla carbonara, ma domani, per compensare, porzione doppia. E gli altri si fottano, a prescindere.