Lo so, ultimamente
parlo spesso di questa sorta di megafono vomitante bigottismo, integralismo e totale mancanza di ritegno che prende il nome di
Pontifex, ma ne tirano fuori una peggiore dell'altra, e qualche esternazione si eleva dal solito "rumore di fondo" che tendo a non prendere neanche in considerazione.
L'
articolo in questione riporta una breve intervista a Francesco Bruno e quello che mi ha colpito in particolar modo non sono tanto le sue opioni, quanto il fatto che provengono da uno psichiatra (e criminologo), una persona cioè che dovrebbe avere una formazione scientifica alle sue spalle. Non solo: una persona che insegna a degli studenti, che quindi gode, nell'immaginario comune, di una certa autorevolezza, e che per il solo fatto di essere "il professore" è in grado di influenzare le opinioni altrui. E' questo che non accetto:
il mascherare opinioni personali, frutto di chissà quali convinzioni, deduzioni, credenze e fanatismi, da realtà scientificamente accettabile e provata.
E allora vediamo quali sono i punti cardine di questa incrollabile verità.
L'omosessualità è una condizione di anormalità perché il sesso è volto naturalmente alla procreazione
Innanzi tutto vorrei capire cosa intende il professore con anormalità. Il fatto che l'evoluzione ci abbia portato a possedere organi genitali di diversa natura e funzione è sufficiente a definire "normale" la condizione di chi li usa esattamente per quello scopo? Io direi proprio di no, perché allora, per fare un esempio, dovremmo considerare anormale anche bere il latte, visto che in natura quello è un alimento destinato esclusivamente all'alimentazione dei neonati. Avete mai visto una mucca adulta attaccata alle mammelle di una sua coetanea perché "sai, avevo voglia di un bicchiere di latte"? Eppure è una consuetudine ormai universalmente accettata, perché porta indubbi vantaggi visto che il latte è un alimento ricco di determinati elementi nutritivi che ben si sposano col nostro fabbisogno quotidiano.
Il concetto di anormalità implica un qualcosa che va contro ad un modello, che sia esso sociale, morale, giuridico o di altra natura, a cui ci si attiene abitualmente. Nel caso dell'omosessualità questo modello sarebbe la natura stessa, ma anche qui l'affermazione è debole, visto che esistono decine e decine di specie animali che mostrano comportamenti omosessuali.
Trovo inoltre che ridurre al mero atto sessuale l'intera sfera delle implicazioni che derivano dall'omosessualità nell'essere umano sia quanto meno offensivo. Ricordatevi che stiamo parlando anche di
attrazione, affinità (emotiva, fisica e intellettuale), complicità, affetto, amore e in generale tutta quella pletora di emozioni e sentimenti che normalmente caratterizzano l'esistenza di un qualsiasi essere senziente.
Avere un pene non vuol dire che il nostro compito sulla terra è esclusivamente quello di inserirlo in una vagina. Certo, la sua funzione è anche quella, ma vi do una notizia:
per fortuna non siamo solo corpi vuoti che rispondono mestamente a chissà quale imperativo anatomico/morale. La gamma di personalità, attitudini, opinioni e comportamenti derivanti dalla struttura immensamente complessa del nostro cervello è talmente elevata, che le possibilità vanno ben oltre la semplice funzione assegnataci da milioni di anni di evoluzione.
E allora ecco che troviamo Tizio, eterosessuale felicemente sposato, ma per niente interessato a procreare, per i suoi rispettabilissimi motivi. Tizio infilerà senza dubbio il suo pene in una vagina, ma non per fare figli. Cosa ben diversa invece da Caio, eterosessuale che convive con la sua compagna, e che di comune accordo ha deciso che si sentiva pronto a diventare papà. Anche Caio infilerà il suo pene in una vagina, questa volta per sfornare un bebè. Poi c'è Sempronio, omosessuale che convive felicemente con Pinco Pallino. Sempronio probabilmente non ha mai infilato il suo pene in una vagina, preferisce destinarlo ad altri utilizzi, perché la sua personale natura è quella. Magari lui ha deciso di destinare anche il suo ano ad una funzione aggiuntiva rispetto a quella anatomica. Ma lo ha fatto anche la moglie di Tizio, per esempio. E lo fa anche Caio con l'aiuto della sua compagna, sebbene con modalità sicuramente diverse da quelle di Sempronio. Dov'è la normalità e dove la anormalità? Dov'è il modello di comportamento a cui ci si deve attenere? Tizio ama sua moglie, darebbe la sua vita per lei e vuole passare con lei il resto della sua esistenza. Caio ama la sua compagna, darebbe la sua vita per lei e per il bambino che hanno deciso di mettere al mondo, e vuole passare con lei il resto della sua esistenza. Sempronio ama il suo compagno, darebbe la sua vita per lui e vuole passare con lui il resto della sua esistenza. Ripeto la domanda: dov'è la normalità e dove la anormalità?
Una persona nasce omosessuale per un disturbo di personalità legato ad una assimilazione sbagliata dei ruoli dei genitori, o per cause organiche che il professore sostiene sarebbe complicatissimo spiegare
Non so sinceramente da dove il prof. Bruno abbia tratto queste conclusioni, ma basta leggere un qualsiasi trattato scientifico che parla dell'argomento - o basterebbe usare un minimo di buonsenso - per capire che non si può relegare l'orientamento sessuale a una mera assimilazione del ruolo dei genitori. Conosco omosessuali figli dei genitori più disparati, e sfido chiunque a portare risultati scientifici/statistici che indichino caratteristiche comuni a tutti i genitori di figli omosessuali.
Inoltre il professore usa il classico trucchetto del "non posso spiegarvelo perché sarebbe complicato" per glissare su un argomento - quello delle cause organiche - che o non conosce oppure conosce fin troppo bene, e omette di citare perché altrimenti il suo intero discorso si scioglierebbe come neve al sole.
Ma è così difficile accettare il fatto che la gente nasca e cresca formandosi i suoi personalissimi orientamenti? A Simone piace la Nutella, Maria preferisce il mare alla montagna, Gianluca è attratto dagli uomini e Antonella tende ad instaurare relazioni con uomini più maturi di lei. Per quale motivo una sola tra queste quattro preferenze viene considerata anormale? Alcuni omofobi incalliti sostengono che sia anche un fatto di virilità, come se il concetto di "uomo virile" sia da associarsi solo all'atto sessuale.
Cosa cavolo c'è di virile in un "atto con cui un uomo mostra di desiderare quello che vuole anche un coniglio, con la stessa intensità di un animale"? (
cit.)
Allo stesso modo di chi è affetto da un handicap, l'omosessuale è diversamente orientato per la sessualità
Il paragone non regge neanche un po'. Il termine "diversamente abile" riferito a chi è portatore di handicap è da inserirsi in un contesto
medico, nel quale il termine "normalità" è assimilabile a quello di "integrità" e "salute". Un organo sano, in quel caso, è normale a livello medico, perché mantiene tutte le sue funzionalità. Un non vedente, o un paraplegico, o un sordomuto, o un portatore di qualsiasi altro handicap, sono persone normalissime, con patologie o disfunzioni che li mettono in posizione di svantaggio rispetto a chi, quel determinato organo, ce l'ha in salute e perfettamente funzionante, per questo sono maggiormente tutelati.
L'omosessualità non è una malattia, se vogliamo coniare un'espressione apposita per questo tipo di orientamento, allora dobbiamo farlo anche per chi è diversamente orientato per il gusto musicale, o per la scelta dello shampoo al supermercato.
I genitori non sono contenti di un figlio gay, per loro sapere che il proprio figlio ha questo orientamento è un trauma anche grande
Purtroppo questo è vero, ma vale solo per le vecchie generazioni di genitori e solo per i paesi con una fortissima influenza religiosa - come nel caso dell'Italia, con i nostri cosiddetti "valori" cattolici. Gran parte di chi adesso ha figli di età maggiore ai 20 anni è cresciuta con convinzioni religiose che io definisco estremiste, e non avete idea di quante volte ho sentito la famosa frase "meglio un figlio morto che un figlio gay". Ma fortunatamente la musica sta cambiando, perché adesso c'è più libertà di comunicazione, la gente apre gli occhi, è più ricettiva, è stimolata (in particolare da Internet) a formarsi una sua opinione e, soprattutto, a confrontarsi con quelle degli altri. D'altronde ci sarà un motivo se, a quanto pare, sempre più persone si allontanano dalla religione.
Molti dei genitori della mia generazione, per fortuna, non si pongono più alcun problema riguardo il luogo in cui i loro figli infileranno - con moto rettilineo uniforme - il proprio pene. E saranno ben felici di accogliere in famiglia il possessore del suddetto luogo, indipendentemente dal suo sesso.
Mi limiterò a una considerazione in merito a questa gentaglia, perché tale considero chi nel 2012 vede l'omosessualità come una malattia (con l'aggravante di essere un, presunto, psicologo oltretutto): costoro hanno il brutto, pessimo vizio di fare di tutta l'erba un fascio e di sovrapporre le loro antiquate idee a quelle altrui. Altrimenti non vedo come si potrebbe parlare con tanto assolutismo mentale, interpretando i pensieri e le credenze di qualcuno che non conosci, non sai da che situazione familiare e sociale viene, di cui sostanzialmente non sai un cazzo.
Questo assolutismo è, ahimè, dovuto dal concetto di Verità dato dalla religione. Se esiste una Verità divina perché non può esisterne una umana, di quelle che dicono "è così e così e cosà, chi non lo crede non è un essere umano degno" o stronzate del genere?
E ciò è triste. Triste forte.