_ scritto il 13.12.2011 alle ore 11:33 _
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Non appena saputa la notizia della ragazza sedicenne che si è inventata di essere stata stuprata da due rom e che ha innescato una tremenda reazione negli abitanti del quartiere, oltre al normale voltastomaco provato per la componente razzista e violenta della vicenda, mi sono chiesto la stessa identica cosa espressa dall'ultimo paragrafo di questo articolo di Michela Murgia su MicroMega (tratto a sua volta da Repubblica) di oggi, che consiglio di leggere:
[...] Davanti alla cenere e alle bugie ora si parlerà di razzismo, ed è sacrosanto che avvenga. Ci si chiederà pure cosa sta succedendo nella civile e solidale Torino, ed è giusto che ce lo si chieda. Ma spero che qualcuno si faccia domande anche su quale tipo di italianissima cultura è quella che induce una giovane donna a credere che la condizione di stuprata sia per lei socialmente più vivibile di quella di chi fa l'amore perché lo ha scelto.
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