doc Gheddafi uccide. Berlusconi non lo disturba
_ scritto il 21.02.2011 alle ore 13:03 _ 4773 letture
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articolo di Claudio Messora, sul suo blog byoblu.com

Eccolo l'uomo a cui abbiamo steso ponti d'oro, al quale abbiamo concesso di accamparsi con la sua tenda nei luoghi più sacri della nostra Repubblica; l'uomo al quale il nostro Presidente del Consiglio ha portato in dono 200 ragazze bionde sopra il metro e settanta allo stesso modo con cui gli arabi regalano cammelli; l'uomo con il quale il nostro Presidente del Consiglio ha fatto affari milionari; l'uomo al quale il nostro Presidente del Consiglio ha baciato le mani pubblicamente, come si baciano due mafiosi.

Eccolo mentre per mano dei suoi militari fa trucidare un giovane, insieme a centinaia di altri suoi connazionali che ne hanno abbastanza del tiranno al quale abbiamo regalato miliardi, e che grazie al fondo sovrano libico ha il 2% di Finmeccanica ma, soprattutto, che controlla l'Unicredit con il 7,578% delle quote, contravvenendo alla soglia del 5% massima per ogni azionista. Questo è l'uomo dal quale abbiamo importato il bunga bunga.

E mentre il dittatore si prepara ad uccidere altre centinaia, se non migliaia di manifestanti, probabilmente dal suo rifugio sicuro in Venezuela (come sostiene Al Jazeera), assoldando milizie di origine africana in grado - grazie alla loro totale estraneità nei cofronti dei legami tribali - di reprimere nel sangue gli afflati di libertà della popolazione, il nostro dittatore locale dichiara:

"Non ho sentito Gheddafi. La situazione è in evoluzione, quindi non mi permetto di disturbare".

Non voglio disturbarlo, dice insomma Berlusconi. Senno mi sbaglia la mira.

Uno dopo l'altro, tutti i migliori amici del piduista di Arcore stanno cadendo, mostrando il loro vero volto a quanti colpevolmente fingevano di ignorarlo o speravano di poterne trarre vantaggio.

Fra tutti i paesi dell'Unione Europea che si affacciano sul Mediterraneo, l'Italia è forse quella più dannatamente vicina ai popoli che stanno pagando con il sangue la loro sete di libertà. Siamo i più vicini, In tutti i sensi.



Non penso ci sia da aggiungere neanche una virgola. Sul blog di Claudio è possibile anche scaricare il video a cui far riferimento durante l'articolo, ma vi avverto che le immagini sono davvero violente.
Darsch
_ chiavi di lettura:governo, politica, guerra

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_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 21.02.2011 alle ore 13:08
E intanto Frattini dichiara: "Io credo che il processo di riconciliazione nazionale debba partire in modo pacifico arrivando poi a una 'Costituzione Libica'".
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 21.02.2011 alle ore 13:31
Interessante confronto: http://temi.repubblica.it/micromega-online/berlusconi-mubarak-regimi-a-confronto/
_ Commento di Il_Gobb _ profilo homepage
_ scritto il 22.02.2011 alle ore 15:15
*FACEPALM*
Non so veramente come commentare.
_ Commento di pgd _
_ scritto il 25.02.2011 alle ore 15:01
In due non fanno uno


Il drago nano obsoleto
e stolto non ascoltò la dritta,
“Fai quello che è consueto”,
da tutta l'Europa unita.


Non chiamò il beduino folle
perché ritenne fosse normale,
lui, drago del consiglio molle,
il non volerlo disturbare.


Il suo pio anbasciatario
parlò di pacificazione,
mentre il turpe mercenario
sterminava la popolazione.


L'amico del beduino folle
che ospitò con munificenza,
da furbo intervenir non volle
per salvare la sua licenza.


Poi parlò di ricomporre,
pio, l'altro senza pensare,
che mentre il sangue scorre
chi muore non può perdonare.


Salir sul carro del vincitore
mentre l'ardua corsa impazza,
è solo per gente di valore,
e non per vile furbesca razza.


pgd

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