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Doppiatore per un giorno - seminario con Bognanni, Temperini e Corizza
_ scritto il 24.10.2010 alle ore 19:02 _ 5985 letture
Da appassionato di doppiaggio quale sono, potevo forse lasciarmi scappare un seminario organizzato dalla scuola Professione Doppiaggio, che annovera tra i docenti alcuni professionisti di grossissimo calibro? Ovviamente no: nella giornata di ieri io e altri 6 ragazzi abbiamo trascorso 8 ore e mezza in sala di doppiaggio, immersi in prima persona nell'affascinante mondo che ruota intorno alle voci che ascoltiamo quotidianamente al cinema o alla TV.
Il seminario era strutturato in tre lezioni da 2 ore e mezza ciascuna, ognuna con un docente diverso, precedute da una introduzione e intervallate da una pausa pranzo. La cosa che mi è piaciuta particolarmente è che, nonostante alcuni di noi non avessero alcuna esperienza nel settore e, come nel mio caso, fossero lì per pura passione/curiosità, siamo stati trattati esattamente come qualsiasi altro studente della scuola. Oltre ad essere una giornata illustrativa del mestiere di doppiatore, infatti, era anche un modo per mostrare com'è strutturato il corso e i metodi di insegnamento di alcuni degli insegnanti.
L'intervento introduttivo, fatto da un simpatico assistente, ci ha fornito un'idea generale sul processo che si cela dietro al doppiaggio di un'opera straniera: da quando arriva il copione originale insieme alla copia digitale del film, al grosso lavoro di adattamento dei dialoghi, passando per il casting delle voci e il doppiaggio vero e proprio. Inoltre ci ha illustrato la struttura del copione che viene dato all'attore/doppiatore, con tutte le sigle e i simboli utili a dargli indicazioni sull'interpretazione (e.g. se l'attore è fuori campo, di spalle, se la voce si sovrappone con quella di un altro personaggio, e così via). Il copione è diviso in parti chiamate anelli, in modo tale che i doppiatori possano concentrarsi ogni volta su una piccola parte dei dialoghi, e provarla fino al risultato ottimale.
Verso le 11.00 è iniziata la prima lezione vera e propria. Alberto Bognanni, persona davvero molto piacevole e simpatica, ci ha spiegato le differenze tra la recitazione teatrale e quella al doppiaggio. In particolare ha sottolineato il fatto che, mentre un attore ha il compito di creare e interpretare un personaggio secondo le sue capacità e scelte artistiche, il doppiatore sta recitando un ruolo che è già stato interpretato da un'altra persona. E' più che altro un lavoro di sintonizzazione, si deve cercare di carpire l'"intenzione" dell'attore e arricchirla con il proprio bagaglio artistico e professionale. Ha inoltre sfatato il mito della facilità di svolgere questo lavoro, illustrandoci quanti fattori concorrono a formare una performance accettabile: oltre alle doti recitative è infatti necessario avere una dizione perfetta e un controllo della respirazione impeccabile, ma anche la gestualità è importante, il colpo d'occhio, la lucidità e l'immediatezza (e l'ho provato sulla mia pelle). Come tutti i mestieri, anche quello da doppiatore è molto difficile, ripetitivo soprattutto agli inizi, necessita di tanto studio e fatica. Insomma non basta certo avere una bella voce, anche perché, tra l'altro, in realtà non esistono timbri non adatti a questo mestiere, perché per ogni tipologia di voce esiste una serie di personaggi a cui abbinarla.
Dopo questa introduzione, Alberto ci ha dato un assaggio delle capacità di un vero professionista. Dalla sala tecnica gli hanno passato il copione di un anello che lui non aveva mai visto. L'ha fatto prima leggere a noi e insieme abbiamo discusso dei vari modi in cui era possibile interpretarlo, e poi ha chiesto di vedere il video relativo a quella parte di dialogo e l'ha doppiato, come se fosse un turno vero e proprio. Sono rimasto letteralmente a bocca aperta. Ha fatto passare il filmato un paio di volte col sonoro, per rendersi conto delle intenzioni recitative dell'attore e dei tempi, poi un paio di volte in muto, ovvero con la voce in cuffia mentre provava le battute per annotare indicazioni ed eventuali imperfezioni nell'adattamento, e infine ha inciso. Sembrava di vedere il film in diretta. La gestualità, le espressioni, la pulizia della voce, la precisione con cui si agganciava alle varie fasi della scena e con cui si avvicinava o si allontanava dal microfono a seconda della posizione occupata dall'attore nella scena, mi hanno letteralmente stregato. Dopo la sua performance abbiamo risentito il risultato ottenuto, e sembrava di vedere la versione definitiva del film. Veramente incredibile. Sono rimasto così rapito dalla sua dimostrazione, che mi sono completamente dimenticato che volevo chiedergli se potevo registrare un video. Un vero peccato.
A questo punto è toccato a noi. Siamo stati divisi in gruppi da 2-3 e, in base al timbro e alla nostra età approssimativa, Alberto ci ha assegnato il personaggio di alcuni anelli scelti dallo staff. Quando è arrivato il mio turno ero parecchio agitato. Mi sono avvicinato al leggìo ed è partito lo spezzone.
Devo dire che il primo approccio è stato piuttosto scoraggiante (non che avessi qualche aspettativa), anche perché mi è toccato un dialogo abbastanza complicato. Credo si trattasse di una parte del telefilm Grey's Anatomy, io interpretavo un medico che prima elargiva amichevoli consigli ma poi si inalberava e diventava abbastanza arrabbiato. Il risultato finale è stato ovviamente disastroso, ma su questo c'erano davvero pochi dubbi. Il punto però è che mi sono reso veramente conto di quanto sia difficile il mestiere del doppiatore. Alle doti recitative e alla tecnica di dizione, che già da sole basterebbero a rendere questa professione molto complessa, dovete aggiungere l'attenzione e la lucidità necessarie a leggere il copione e contemporaneamente guardare il video per a) prendere i tempi giusti, b) percepire le intenzioni nell'interpretazione dell'attore, c) stare attenti alle pause, ai sospiri e a tutti quei rumori che in genere diamo per scontati ma che, quando sei lì, devi riprodurre fedelmente, d) prestare attenzione alle dinamiche della scena, perché se l'attore sta urlando da lontano tu devi fisicamente allontanarti dal microfono. Vi assicuro che è qualcosa di profondamente complesso. Personalmente non riuscivo quasi mai a staccare gli occhi dal copione, e ovviamente perdevo gli attacchi e le pause, andando irrimediabilmente fuori sincro. Tralasciamo totalmente il risultato finale, potete immaginare anche da soli. Non ho una inflessione dialettale troppo forte, e fortunatamente essendo romano non ho problemi di accenti sballati, ma chiaramente, non possedendo alcuna nozione di dizione, mi mangiavo parecchie parole, l'articolazione era scarsa e in generale avevo una tendenza a non "uscire fuori con la voce", una sorta di timidezza che rendeva il tutto piatto e poco espressivo. La classica performance che sentite quando chiamano a doppiare un non professionista. Sembrava di sentire Totti un po' meno romano! Però è stato davvero divertente.
Discorso a parte meritano alcuni degli altri ragazzi che seguivano il seminario con me, in particolare Arianna e Francesco (che approfitto per salutare e augurargli in bocca al lupo), bravissimi tutti e due. Secondo me dovrebbero fare un serio pensierino sul corso vero e proprio.
Terminato questo primo, devastante, impatto con il leggìo, abbiamo fatto una pausa pranzo e poi la lezione è proseguita con un altro grande del settore, Fabrizio Temperini. Estremamente professionale nel suo metodo d'insegnamento e con una voce incredibile (era un piacere sentirlo parlare), ha cercato di tracciare una linea netta tra i due ambiti tecnica e cuore. Mi ha colpito molto il suo discorso, perché ha posto l'accento sulla ricettività e sulla reattività del mestiere di doppiatore. Ci ha spiegato che l'interpretazione del personaggio deve venire da dentro, quasi spontaneamente, dopo esserci svuotati da ogni tipo di residuo della nostra emotività, perché solo in questo modo si riesce ad essere sufficientemente concentrati e presenti per cogliere le mille sfaccettature necessarie a rendere perfetta la propria performance. Per le due ore della sua lezione ci ha consigliato di scordarci la dizione e di fare in modo di uscire fuori, esprimere le emozioni senza trattenerci, senza timidezza o paura, senza giudicarci come invece facciamo sempre. Nonostante avessi capito perfettamente quello che intendeva, mettere in pratica le sue indicazioni era tutt'altro paio di maniche.
Nel primo anello con Fabrizio ho interpretato (mi correggo: ho cercato di interpretare) Mekhi Phifer in una scena del film Honey in cui intervenivo in un diverbio tra un suo amico e membro di una losca banda, e la classica insegnante che cerca di togliere i ragazzi sbandati dalla strada. Ho cercato di seguire i preziosi consigli di Temperini al massimo delle mie possibilità, ma evidentemente non sono riuscito a far uscire sufficientemente la mia voce, perché il risultato è stato più o meno analogo a quello della mattinata. Il secondo anello invece era piuttosto complesso, ma divertente. Si trattava di una parte della seguente scena tratta da 2 Single a Nozze, nello specifico dal minuto 2.15 al 3.35. Io ero Owen Wilson.
Neanche questa era una scena banale, ma come ci ha giustamente fatto notare Fabrizio, eravamo lì per provare in prima persona l'esperienza del doppiaggio, non certo per fare qualche grugnito, un colpo di tosse o ansimare davanti a un microfono. Si passava da una situazione goliardica iniziale a un'espressione attonita e incredula. Devo dire che inizialmente, quando l'ho vista la prima volta, mi è preso il panico, perché non avevo idea di come diavolo potessi rendere la risata che fa Owen all'inizio. Ma nel mio piccolo qualcosa ho tirato fuori. Certo, bisogna avere dei nervi ben saldi per non stramazzare per terra a ridere della mia performance, ma fortunatamente in quella stanza nessuno giudicava nessuno ed eravamo tutti lì per imparare e divertirci. E così è stato!
La lodevole serietà di Temperini ha lasciato spazio, verso le 16.30, al tornado Massimo Corizza (tanto per dirne una: la voce di Carletto, il Principe dei Mostri), grande professionista e persona squisita, simpaticissima e capace di tenerci tre quarti d'ora in piedi ad ascoltarlo senza quasi accorgercene. Con lui abbiamo affrontato l'approccio al doppiaggio nei cartoni animati, con un'ampia introduzione sul Giappone, sulle differenze culturali e sui tagli/cambiamenti che lui stesso, da adattatore dei dialoghi, ha dovuto apportare a varie serie animate provenienti dal Sol Levante. Abbiamo parlato anche dei "talent", persone non professioniste che vengono chiamate per fare "odience" a doppiare film e cartoni, e che irrimediabilmente rovinano l'opera (ne ho trattato abbondantemente anche io su questo blog), e poi siamo passati al leggìo.
Abbiamo doppiato un cartone giapponese di cui onestamente non ricordo il titolo. Devo dire che è davvero divertente! Con i cartoni hai più margine di interpretazione, nel senso che ti puoi permettere di allargare quei confini emozionali ed epressivi che in un film invece sarebbero più limitati. A me è toccata la simpatica parte di un cane parlante un po' polemico, e il risultato finale ha fatto letteralmente scompisciare dalle risate lo stesso Massimo, anche perché insieme a me nella stessa scena c'era anche un altro ragazzo romano, Fabrizio, che ha interpretato il cattivo di turno e che aveva uno spiccato accento romano. Sul piano didattico devo dire che Corizza si è dimostrato davvero disponibile e paziente: interrompeva non appena notava qualche errore, ci correggeva in continuazione, ci dava preziosi suggerimenti e, soprattutto, ci forniva esempi concreti sull'interpretazione dei vari personaggi. Una delle cose più difficili, infatti, è proprio quella di rendere l'espressività di un personaggio che è in lingua originale, con un modo completamente diverso di esprimere emozioni e di parlare. Un conto è imitare un personaggio già doppiato nella propria lingua, un conto è dover creare l'interpretazione da zero, partendo dall'inglese. Ed è proprio qui che pesa l'esperienza nel campo. Io avrei potuto anche aver frequentato il corso di dizione migliore al mondo, ma senza le doti recitative il prodotto del mio lavoro al leggìo sarebbe stato comunque piatto ed inespressivo. Questo è un altro dei miti ampiamente sfatati da questa giornata: non basta avere la voce e la pronuncia perfette.
Per concludere, è stata un'esperienza davvero bella, per un appassionato come me. Mi sono reso conto di quanto sia complessa questa professione (non che prima la ritenessi facile, sia chiaro) e dei tanti limiti che è necessario superare per approcciarsi al doppiaggio. Sono convinto che una parte del corso base proposto dalla scuola mi potrebbe essere senz'altro utile anche nella vita di tutti i giorni, visto che ho una certa avversione nel parlare in pubblico, ma non ho mai avuto l'intenzione di iscrivermi, sia per un fattore economico sia perché non è proponibile affiancare un'attività di studio così complessa con la mia vita attuale (lavoro già avviato, famiglia, ecc...). Dovessi vincere alla lotteria magari un pensierino al corso del Sabato sera ce lo farei. :D
Ma, ehi, posso dire di aver doppiato Owen Wilson! ^_^
Ah sì, dimenticavo: tutte le performance di ieri mi saranno inviate in un DVD nel mese di novembre. Ovviamente scordatevi di vederle, rimarranno nell'oblìo del mio cassetto per i secoli dei secoli. :P
Uhh :D quel DVD voglio vederlo :D Già non considerando a se il doppiaggio semplice, ma un'arte interpretativa complessa, ora capirai perchè odio il doppiaggio nei videogames xD
_ Commento di Darsch _
_ scritto il 24.10.2010 alle ore 19:46
@LuPoN - già, perché il 95% delle volte usano non professionisti, e viene fuori una schifezza. :( Il DVD non esiste. Quale DVD? Non c'è nessun DVD.
_ Commento di albyok _
_ scritto il 24.10.2010 alle ore 20:08
Thumbs up! :D
_ Commento di valefatina _
_ scritto il 24.10.2010 alle ore 21:24
Solammè il divvuddì occhei? #passamuffinsottobanco
_ Commento di LuPoN _
_ scritto il 24.10.2010 alle ore 21:46
Se Se :D il DVD esiste :D esiste eccome :D
_ Commento di danitrap _
_ scritto il 25.10.2010 alle ore 14:37
che esperienza fantastica darsch!! complimenti!!:)
_ Commento di Darsch _
_ scritto il 02.11.2010 alle ore 11:54
@valefatina - mmmh dipende da quanti TIR di muffin mi invierai! :P
@danitrap - grassie carissimo ^_^ è stato veramente divertente, ammetto! :P
_ Commento di Zandalus _
_ scritto il 14.11.2010 alle ore 16:02
Grande Darschone! Poi me li passi sotto banco i DVD... Tranquillo io non ho visto niente!
DVD? Quale DVD?
;)
xD
_ Commento di Darsch _
_ scritto il 15.11.2010 alle ore 10:44
Giammai!
_ Commento di Darsch _
_ scritto il 18.01.2011 alle ore 13:26
E' arrivato il famoso DVD... subito chiuso nella camera blindata... °_°
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