_ scritto il 30.07.2010 alle ore 10:30 _
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Luigi Einaudi - "Il Buongoverno", editore Laterza (1973) - Volume secondo, pagg. 627-629
Albi di giornalisti! Idea da pedanti, da falsi professori, da giornalisti mancati, da gente vogliosa di impedire altrui di pensare colla propria testa.
Giornalisti sono tutti coloro che hanno qualcosa da dire o che semplicemente sentono di poter dire meglio o presentar meglio la stessa idea che gli altri dicono o presentano male... Giudice della dignità o indegnità del giornalista non può essere il giornalista, neppure se eletto membro del consiglio dell'ordine od altrimenti chiamato a dar sentenza sui colleghi... In una professione della quale tutti possono essere chiamati a far parte per una ora o per un anno o per tutta la vita... nella quale sono sempre vissuti, gli uni accanto agli altri, imbrattacarte e grandi pubblicisti, ... che cosa significa un tribunale di pari? Null'altro che uno strumento fazioso per impedire agli avversari, agli antipatici, ai giovani, agli sconosciuti l'espressione libera del pensiero... Ammettere il principio dell'albo obbligatorio sarebbe un risuscitare i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti.