doc Douglas Adams - "Addio, e grazie per tutto il pesce"
_ scritto il 27.04.2010 alle ore 11:08 _ 4563 letture
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Quarto capitolo un po' atipico della geniale saga "Guida Galattica per gli Autostoppisti" (qui trovate i miei commenti al primo, secondo e terzo volume). Quasi completamente ambientato sul nostro pianeta, stavolta il protagonista Arthur Dent ha i piedi ben piantati per terra (o quasi) e deve vedersela con la bestia forse più grande e spietata che abbia avuto il (dis)piacere di fronteggiare: l'innamoramento.

Sebbene sia stato scritto un po' in fretta, per le pressioni che Adams ha ricevuto all'epoca dall'editore, devo dire che a me è piaciuto parecchio. La parte iniziale (dall'atmosfera vagamente cupa), la storia d'amore e le piccole perle di genialità di cui è cosparso ("piccole" perché in effetti non sono paragonabili a quelle dei volumi precedenti, pur restando comunque meritevoli) rendono questo romanzo una piacevolissima boccata d'aria nella frenesia della serie. Un capitolo più introspettivo, nel quale Arthur deve fronteggiare sentimenti sempre più forti e presenti, e al contempo sapersi destreggiare tra mille eventi e scoperte che gli capitano tra capo e collo (ma ormai dovrebbe esserci abituato). Il personaggio di F. (puntato per non rovinarvi nulla) è intricante al punto giusto, e per quanto mi riguarda ho letteralmente divorato la parte centrale del libro, dedicata all'incontro tra Arthur e F., e alla fase iniziale del loro rapporto.

Sul fronte della storia della serie diciamo che "Addio, e grazie per tutto il pesce" aggiunge pochi elementi, ma chiude qualche importante interrogativo lasciato in sospeso, e soprattutto ci svela il fondamentale Messaggio Finale di Dio al Creato! Vi assicuro che, dopo averlo letto, non dormirete più allo stesso modo...

Molti lo definiscono "superfluo", io non sono assolutamente d'accordo.


"Addio, e grazie per tutto il pesce" - Douglas Adams, traduzione di Laura Serra, Mondadori Editore

Mark Knopfler ha la straordinaria capacità di far emettere alla sua Schecter Custom Stratocaster dei suoni che paiono prodotti dagli angeli il sabato sera, quando sono esausti per il fatto di essere stati buoni tutta la settimana e sentono il bisogno di una birra forte.




"Addio, e grazie per tutto il pesce" - Douglas Adams, traduzione di Laura Serra, Mondadori Editore

Ford premette il pulsante contrassegnato dalla scritta 'Interruzione disponibilità di accesso', subentrata all'ormai vetusta 'Disattivazione operatività' che tanto tempo prima aveva rimpiazzato la parola incredibilmente antidiluviana 'Spento'.



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Darsch
_ chiavi di lettura:libri, fantascienza, douglas adams, recensioni, la libreria immaginaria

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_ Commento di valefatina _ profilo homepage
_ scritto il 27.04.2010 alle ore 11:24
Superfluo? Come può essere definito superfluo Adams? T-T *vadoapiangerenellangolino poi torno
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 27.04.2010 alle ore 11:31
Beh, basta che leggi qualche recensione su aNobii... secondo me si confonde il "ritmo" con la "profondità". E' vero, questo capitolo è molto più lento rispetto agli altri tre, ma io l'ho trovato veramente valido. Come ho scritto sopra, la parte centrale l'ho letteralmente divorata! Ci ho pure perso un autobus perché non mi ero accorto che stava passando, tanto ero immerso! :D
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 27.04.2010 alle ore 19:05
@Kranish - tendo ad evitare spoiler espliciti... cercate di segnalarlo un minimo, almeno. :)

Ad ogni modo vi cito il messaggio di Kranish all'interno del box di spoiler... se non volete rovinarvi la fine del libro, non cliccate :P

Spoiler
_ Commento di Kranish _ profilo
_ scritto il 27.04.2010 alle ore 20:34
Ah uh ok, credevo che avendolo completamente decontestualizzato non avesse peso...

un pò come dire:

SPOILER >>>Nessuno conosce la sua via,nessuno pensa al suo sentiero.<<<SPOILER

se non sai che è un passaggio della bibbia di Baruc...

ah, beh per tornare in tema!!!

Il libro è molto bello, solo che onestamente avendoli letti tutti non posso che sostenere che il primo è eccezionale e che l'ultimo forse è ancora meglio, insomma dico solo che questo rimane nell'ottica dell'assurdo di Douglas Adams, ma che il ritmo degli avvenimenti è più blando, quindi meno intenso, ma sicuramente altrettanto profondo, ma in maniera diversa.

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