doc [Campagna "Al di là delle Ombre"] Sessione 10
_ scritto il 19.12.2005 alle ore 21:00 _ 3942 letture
Quello che segue è tratto da diari e appunti degli altri partecipanti alla sessione gdr.


Dal diario di Ashley

Ci troviamo tutti nella saletta degli interpreti dopo aver fatto saltare il vetro che dava sulla grande sala circolare. John sembra essere immerso in sue riflessioni personali. Nella stanzetta c'e un armadietto che contiene gli effetti personali di qualche interprete. Apriamo la porta e troviamo un corridoio che passa davanti alla stanza. Velocemente ci muoviamo imboccando il corridoio verso sinistra. In fondo c'e una porta antincendio. La apriamo e troviamo un altro corridoio. Ben presto ci accorgiamo che questo corridoio gira intorno alla grande sala e ad intervalli regolari ci sono le stanzette degli interpreti. Di tanto in tanto ci affacciamo e vediamo che le guardie stanno mettendo delle scale per arrampicarsi. Finalmente troviamo la porta dell'ascensore. Entriamo e premiamo il pulsante. L'ascensore sale e ci ritroviamo in un altro corridoio. Lo percorriamo e come per quello di sotto ci sono le solite porte tagliafuoco che separano un tratto da un altro. Alla fine troviamo un altro ascensore. Entriamo e con uno strano presentimento premiamo il pulsante. Immediatamente le porte si chiudono ed inizia ad uscire dalle pareti una polverina bianca. Ci blocchiamo tutti terrorizzati; poi in un impeto cerco di aprire le porte con la forza ma non ci riesco. John intuisce che si tratta solo di vapore acqueo, usato forse per disinfettare. Dopo poco si aprono le porte sulla parete opposta a quella da cui siamo entrati, e la scena che vediamo non e delle piu rassicuranti. Siamo davanti a quella che sembra essere la sala d'aspetto di una clinica, con dietro dei laboratori che si intravedono appena. Davanti a noi ci sono una ventina di individui in abiti militari schierati con le armi in pugno. Da una parte della stanza c'e la donna che avevamo visto con il nano e dall'altra un uomo sulla sedia a rotelle. I militari ci intimano di deporre le armi e poi ci ammanettano uno per uno. Tutto sembra essere perduto! Sono finalmente riusciti a prenderci. Ci mettono in fila indiana e l'uomo in carrozzella si congratula con la donna per il lavoro svolto. Io lo prendo in giro facendo allusioni alle sue impossibilita motorie, ma il tizio non ha umor, ed io ci rimedio una botta da una guardia. L'uomo in carrozzella va via ed arriva un altro in giacca e cravatta. Si avvicina alla donna e parlano di uno scambio. Poi lei gli da una cartellina e si salutano. Veniamo portati via e ci infilano su una camionetta insieme alle guardie. Dopo circa mezz'ora di strada arriviamo davanti ad un cancello che si apre per farci passare e poi si richiude. Dopo poco la camionetta si ferma e capiamo di essere giunti a destinazione. Ci fanno scendere e vediamo che siamo in un carcere. Ci portano in una stanza dove una donna ci chiede le generalita. Yoshi prova a mentire e viene colpito dall'uomo in giacca e cravatta. Il tizio passa la cartellina alla donna dove probabilmente ci sono i nostri veri nomi. Ci dice di stare tranquilli ed aspettare il processo e che potremo chiamare l'avvocato. La donna e stupita dalla violenza dell'uomo. Poi veniamo spogliati, ripuliti delle nostre cose e visitati. …Quando si chiude la porta della cella dietro di me un pensiero va a mio padre che ha sempre vissuto perché io fossi una persona libera, ed invece… Inoltre sono pure capitato in cella con Joey, pensa che sfiga. La notte passa tranquilla, la prima da quando e iniziata tutta questa storia. Al mattino dopo la colazione ci viene concesso del tempo per stare fuori in giardino. L'aria e fredda e noi non abbiamo molta voglia di parlare. Veniamo avvicinati da quello che sembra essere il capetto dei detenuti, che insieme ad un altro ci spiegano un po' come funziona qui dentro. La giornata prosegue tranquilla. Si sta discretamente bene qui dentro, peccato sappiamo che questo trattamento finira presto e probabilmente faremo la fine di Jason Parker. Il giorno dopo durante l'ora in giardino parliamo ancora con il capetto che ci offre denaro se riusciamo a fargli arrivare le sigarette che un suo amico da fuori gli lascia su un muro tra il filo spinato. Io faccio amicizia con il popolo nero del carcere. Nel pomeriggio ci portano un plico con il nome dell'avvocato nominato d'ufficio e la data del processo che si terra tra due giorni. Cominciamo ad elaborare un piano di evasione. Abbiamo ormai capito che una volta fatto il processo non avremo piu possibilita di fuga. Il mattino dopo parliamo di nuovo con il capetto dei detenuti; John conosce dei russi che gli possono procurare del C4; chiede al tizio se riesce tramite il suo amico fuori a farglielo arrivare; in cambio potra scappare insieme a noi. Lui dice che ci deve pensare un po', poi ci fa sapere che e d'accordo. Ora deve solo provare a contattare il suo amico. Abbiamo ancora qualche piccola speranza di farla franca. Ancora non e detta l'ultima parola su questa storia!

Darsch
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