_ scritto il 14.07.2009 alle ore 16:00 _
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E' di questi giorni la notizia della
candidatura di Beppe Grillo come segretario del Partito Democratico. Devo ancora metabolizzare la cosa, sinceramente, ma così a bruciapelo questa mossa non mi piace moltissimo.
Beppe ha sempre cercato di tenersi lontano dalla politica, benché ne abbia fatta sempre di più nel corso di questi ultimi anni, e il suo pubblico ha sempre percepito in modo netto questo distacco. Era un modo, però, tutto suo, un misto tra comicità, satira e denuncia che aveva il suo perché.
Io non so se Grillo sia in grado, a questo punto, di ricoprire un ruolo del genere, in un ambiente molto difficile (che sicuramente conoscerà meglio di me, ma che è popolato da bestie di cui forse neanche lui è pienamente consapevole). Rimane però il fatto che la sua proposta politica è, ad oggi, tra le uniche ad aver presentato un programma preciso e chiaro, che dia al cittadino un'idea concreta su quelle che sono le sue intenzioni.
Non lo so ... devo ancora meditarci su e capire se è il frutto di una graduale e trasparente maturazione del ruolo che intende ricoprire d'ora in avanti, o se fino ad ora è stata tutta una presa in giro e adesso si è svelato il vero intento (dubbio più che legittimo, a ben guardare).
Nel frattempo mi piacerebbe discuterne con voi e conoscere le vostre opinioni. A tal proposito ne ho ricevuto una direttamente via mail, che provvedo a pubblicare io stesso come primo commento.
A risentirci non appena avrò un attimo di tempo (oggi è una corsa continua!).
In tempi non sospetti, anche se in forma privata (ne siano testimoni i miei amici), storcevo il naso di fronte alle uscite politiche del simpatico Beppe. La satira, dapprima fine a sé stessa, come la satira dovrebbe essere, si è trasformata negli anni in qualcosa che non ho più saputo definire, ma il sospetto sul dove volesse andare a parare ce l'avevo - da bravo malizioso quale sono - fin dall'inizio.
Nonostante i proclami secondo i quali il signor Grillo, tanto schifato dalla politica da provare orrore e ribrezzo all'idea di una sua candidatura, tanto attento a non immischiarsi nel lordume da proporre le risibili liste civiche, è di questi giorni la notizia della scontatissima entrata ufficiale - almeno nelle intenzioni - del Grillo politico.
Guarda caso nel PD, che avrebbe proprio bisogno di un novello Garibaldi a guidare l'ennesima rifondazione, e che si è fatto un clamoroso autogoal rifiutandogli la tessera, anche se ammetto che potrebbero esserci dei giochetti politici inarrivabili per noi comuni mortali.
Ed eccolo, l'eroe dei nostri tempi. Puntuale come un creditore, a battere cassa ai poveracci. A riconfermarsi come quello che si rimangia le parole, perché in Italia così si fa... D'altra parte non era lo stesso che girava col super-Suv (visto io con i miei occhi, cari signori) persino scarburato andare sul palco a parlare di auto elettriche e sostenibilità varie?
La fiducia del sottoscritto il signor Grillo non l'ha mai avuta, e questa è l'unica vera coerenza che vedo se mi giro intorno. Ma più che altro, è la conferma del fatto che in Italia, gira che ti rigira, l'obiettivo di buoni e cattivi è sempre quello: una poltrona, una sedia, uno sgabello, persino in piedi accanto all'autista, basta che abbia a che fare con Montecitorio, dove si lavora tre ore al mese per uno stipendio base di novemila euro. Più benefit, il che, nella maggior parte dei casi, significa notorietà, mondanità, ecc. ecc. Inutile dire che sono risultati vani i tentativi dei vari Brunetta e Fini di contrastare questa tendenza... probabilmente tentativi fatiscenti e di facciata.
Ma del resto Grillo non è il primo dei furbi italiaoti. Si offenderebbe anzichennò Di Pietro, pioniere degli eroi popolari a gettarsi a capofitto in politica, o meglio in quella ristretta frangia di politicanti che forti della loro "popolarità" pensano di fare politica portando in televisione le ignoranti discussioni da autobus o da ufficio postale.
Che vi dirò, mi divertono anche.