Per oggi, 14 luglio 2009, è stato indetto uno sciopero dei blog come segno di protesta contro la l'ennesima legge-bavaglio all'informazione e alla rete, di cui ho parlato più volte negli ultimi giorni.

Io non aderisco a questa iniziativa, per un paio di motivi molto semplici. Innanzi tutto perché l'essenza di uno sciopero è quella di far sentire la propria voce mediante un gesto civile e pacifico, ma al tempo stesso di grande impatto. Scioperando, infatti, si interrompe un servizio e si crea, in misura più o meno marcata, un disagio che serve a sottolineare e ad amplificare le ragioni che hanno spinto alla protesta. Pensiamo ai benzinai, per esempio, agli impiegati della pubblica amministrazione, ai dipendenti di un'azienda di trasporti, ai professori, agli autotrasportatori, e così via.

Rimanere zitti in segno di protesta verso una legge che vuole proprio farci stare zitti, è un controsenso secondo me. E' l'esatto opposto di quello che dovremmo fare. Ed è paradossalmente proprio quello che recita uno dei logo di questo sciopero che mi è capitato di vedere in giro per la rete: bisogna "alzare la voce".

E qui arriviamo alla seconda motivazione: qual'è il modo più intelligente per alzare la voce su Internet? Giocare in casa, evolversi, rispondere con astuzia e con un linguaggio che, evidentemente, chi fabbrica questi gioielli chiamate leggi non conosce. Reagiamo in modi meno standardizzati, come solo la Rete ha dimostrato di saper fare.

In che modo? Suvvia, un minimo di fantasia... mica dovrò fare tutto io...