_ scritto il 23.06.2009 alle ore 09:57 _
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Non sono molto sicuro di come interpretare i risultati del referendum scorso. Un'affluenza così bassa può significare tante cose: sfiducia nella classe politica tutta, scarsa comprensione dei tre quesiti referendari proposti o anche rifiuto netto verso un sistema prettamente bipartitico (che c'era già stato, tra l'altro, nel corso delle europee). C'è da dire anche che di pubblicità e informazione in giro ne ho vista davvero poca, quindi è possibile che parecchia gente fosse scarsamente informata (o "appassionata" come ha detto la Bonino). Se ci aggiungete che, per alcuni italiani, il linguaggio usato nei quesiti era forse un po' troppo tecnico, ecco che una grossa fetta del nostro paese era probabilmente tagliata fuori.
Sfiducia per sfiducia, avrei di gran lunga preferito che vincesse il NO, perché avrebbe significato una comprensione da parte degli italiani su cosa si stava loro proponendo, un fermo rifiuto a modificare
una legge sulla quale poi avrebbe messo mano una classe dirigente non all'altezza di questo compito. Invece, complice forse la scarsa informazione o quella "incomprensibile scintilla" che spinge ancora tante persone a votare per Berlusconi, tra i votanti ha prevalso nettamente il SI' (77% per i primi due quesiti, 87% per il terzo). Sono comunque convinto che molti di quei SI' erano in buona fede ed esprimevano semplicemente la volontà di modificare alcuni punti di una legge che non andava più bene. Ma fatte le dovute riflessioni, forse è stato meglio così... il segnale è comunque chiarissimo: gli italiani hanno espresso rifiuto e anche disinteresse nei confronti del sistema politico. Forse qualcuno dovrebbe rifletterci.
Ma io allora mi chiedo: se la maggior parte degli italiani era indottrinata a puntino e scarsamente informata, per quale motivo hanno comunque fatto di tutto per non far raggiungere il quorum (perché la mia impressione è stata proprio questa)? Forse per non rischiare? Iniziano a temere? ...
(e intanto Maroni ha già dichiarato di voler presentare una proposta per modificare la legge sul referendum)