_ scritto il 02.04.2009 alle ore 12:19 _
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Devo dire che il Clint Eastwood regista, quello che da qualche anno vediamo anche dietro la macchina da presa, non ne sta veramente sbagliando una! Gran Torino è un film dalle molte sfaccettature, profondo quanto basta, il cui filo conduttore si palesa davanti agli occhi dello spettatore sin dai primi minuti.
Il razzismo che ci racconta Clint non è però affatto superficiale, ha radici molto profonde e non può essere liquidato facilmente come in genere facciamo con le pseudo-ideologie degli odierni decerebrati che vanno in giro in branco a pestare chiunque abbia un colore della pelle diverso dal loro. Qui si parla di guerra, qualcosa che davvero pochi di noi possono comprendere appieno, di un uomo che è stato messo lì e gli è stato detto "uccidi". Una sorta di "razzismo indotto", un "naturale" processo di causa-effetto: ammazzo altrimenti vengo ammazzato. Un sentimento che però, nonostante tutto, è sbagliato, e nel profondo se ne rende conto anche il protagonista. Ecco: Gran Torino parla di questa lenta presa di coscienza, e lo fa con maturità, senza essere banale o retorico, a volte con ironia, altre con disarmante (e improvvisa...) commozione.
Un film che sicuramente merita di essere visto.