doc Gay e Vaticano: rispetto, non princìpi
_ scritto il 05.12.2008 alle ore 10:04 _ 4881 letture
Oggi vi lascio con un articolo di un paio di giorni fa apparso su MenteCritica. Buona lettura (e buona riflessione)... se avete tempo, visitate la pagina del sito e leggete anche i commenti, ne vale la pena. :)


Articolo di Daniela Tuscano su MenteCritica

Mi dispiace molto che la notizia dell'ostilità vaticana alla depenalizzazione dell'omosessualità sia giunta proprio nel giorno successivo alla giornata mondiale della lotta all'Aids. Benché infatti il morbo non riguardi i soli omosessuali, è indubbiamente vero che la comunità gay ne è stata duramente colpita e quest'ennesimo schiaffo del Vaticano nei loro confronti risulta pertanto ancor più odioso.

Le argomentazioni avanzate dal portavoce vaticano, mons. Migliore, sono pretestuose. E' vero che alcuni militanti gay premono per costringere tutti gli Stati ad accettare il matrimonio omosessuale; come è vero che determinati gruppi islamici sono fondamentalisti, che certi ebrei si oppongono a qualsiasi dialogo interreligioso, che taluni cristiani considerano chi abortisce peggiore del boia e del mafioso (ricordiamo che il Catechismo prevede la scomunica latae sententiae per l'interruzione di gravidanza, ma non per l'appartenenza ad organizzazioni criminali). L'elenco potrebbe estendersi a qualsiasi comunità umana.

In tutti questi anni, e in particolare sotto i pontificati di Wojtyla e di Ratzinger, il Vaticano non ha mai speso una parola d'amore e d'umana comprensione verso gli omosessuali; li ha anzi ripetutamente condannati come viziosi, immorali, incarnazione d'una società materialista ed edonista, "naturalmente irreligiosi" (sempre mons. Migliore). Non s'è mai degnato d'ascoltare l'esperienza dei molti omosessuali credenti, che invece sono stati sospettati di tramare per cambiare la morale evangelica. In più occasioni ha emanato documenti per vietar loro l'ordinazione sacerdotale adombrando la convinzione d'una tendenza dei gay alla pedofilia. In due documenti del 1986 e del 1992, entrambi firmati da Ratzinger, si arriva a giustificare la violenza antiomosessuale come comprensibile e "sana" reazione alle "provocazioni" dei sodomiti; ed espressamente si chiede agli Stati di vietare agli omosessuali dichiarati - quindi, secondo l'attuale Papa, potenzialmente sovversivi - diritti umani fondamentali (casa, lavoro…) al fine di proteggere la comunità umana da influenze perniciose, esattamente come si fa coi pazzi e i malati contagiosi. Testuale. Di recente, Binetti e tirapiedi cilicianti hanno ostacolato con ogni mezzo le norme antiomofobia, sempre per gli stessi motivi: si consentirebbe il matrimonio gay, ecc. Diversi siti e pubblicazioni cattoliche, inoltre, propongono corsi per la rieducazione e la "guarigione" dei gay.

Come si può notare, non siamo di fronte a questioni dottrinali [persino il governo italiano ha firmato per la depenalizzazione, n.d.A.], ma di elementare rispetto. Che il Vaticano non sembra aver imparato. Triste giornata, questa, per gli omosessuali. Ma tristo capitolo per la Chiesa, e per chi si fregi ancora del nome di cristiano.

Darsch
_ chiavi di lettura:chiesa, omosessualità, rispetto, discriminazione, omofobia

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