_ scritto il 19.05.2008 alle ore 10:50 _
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Ieri sera la puntata settimanale di
Report era incentrata sul mercato degli oggetti di lusso, come borse griffate e calzature. La situazione è davvero drammatica:
il cosidetto "Made in Italy" molto spesso altro non è che un marchio SVUOTATO dal concetto che invece dovrebbe rappresentare. La manodopera cinese, a bassissimo costo, sta piano piano soppiantando le nostre stesse fabbriche (Prato e Riviera del Brenta, per esempio). Ho visto borse di grandi marche italiane assemblate e fabbricate da cinesi clandestini, che lavorano in condizioni proibitive per pochi Euro (meno di 7 all'ora, nella maggioranza dei casi), che in fase di produzione costano 30, 50, 100 Euro a dire tanto, e che vengono poi vendute a migliaia di Euro nei negozi. Il cliente crede di acquistare un prodotto fabbricato in Italia, legge "Made in Italy" e sta tranquillo sulla sua qualità, invece spesso in Italia sono stati solo applicati i manici e un paio di cuciture finali, il resto è fatto tutto in Cina o comunque fuori dall'Italia.
Le grandi case non si preoccupano di spendere soldi per garantire condizioni lavorative adeguate a chi materialmente crea i loro prodotti (e parliamo sempre di artigiani esperti), a volte non si interessano affatto dell'ultimo anello produttivo (che invece, a ben pensare, dovrebbe essere considerato il primo e più importante). Il denaro guadagnato sulle spalle della manodopera sottopagata viene invece utilizzato sempre e solo per le campagne pubblicitarie e le sfilate. E intanto le fabbriche italiane chiudono, perché per ogni bravo artigiano italiano disponibile sulla piazza, ci sono 4 cinesi che lavorano per la metà del compenso, completamente in nero. Ma io mi chiedo, che senso ha risparmiare 20-30 Euro per ogni borsa se poi quella la vendi comunque a 3000 Euro?! Ma che diavolo di mentalità è questa? Dovrebbero essere le stesse aziende a valorizzare il Made in Italy, dando lavoro a chi in tutti questi anni ha contribuito attivamente a diffondere l'operato dei nostri artigiani in tutto il mondo. Ma non è certo colpa dei cinesi, in fin dei conti. La colpa, ancora una volta, è delle leggi troppo deboli che consentono ai furbi di continuare a fare i furbi.
La puntata di Report, come sempre, è in replica anche oggi, ma a
questo indirizzo potete leggerne la trascrizione, con tanto di interviste contenute nei vari servizi mostrati durante la trasmissione. Perdeteci quei 10 minuti perché ne vale la pena.