_ scritto il 14.09.2016 alle ore 11:00 _
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Da parte mia non ho alcun problema se qualcuno insieme al cibo vuol comprare emozioni, ricordi e suggestioni. Né lo biasimo se subisce il fascino del "naturale", nonostante sia spesso solo una supercazzola. L'importante è che il meccanismo di marketing sia palese e che si sappia che a fronte del (caro) prezzo che si sta pagando non corrisponde una differenza misurabile del prodotto.
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