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_ scritto il 30.08.2016 alle ore 14:00 _ 4573 letture
L'unica risposta ingegneristica ai terremoti attualmente davvero efficace si chiama "isolamento sismico", secondo me. Devi costruire su una faglia? Basta con i classici adeguamenti, che sacrificano l'indennità strutturale degli edifici per salvaguardare le vite degli occupanti (detta in soldoni: hai il tempo di uscire prima che l'edificio ti crolli addosso, ma poi non ci torni più ad abitare perché è irrimediabilmente danneggiato, e quindi tocca ricostruirlo). L'uso di isolatori sismici, del tipo classico in neoprene o altro materiale elastico che abbassi la frequenza propria dell'edificio rispetto a quella dei terremoti, risolve in un unico colpo tutti i problemi.
Non so se avete visto qualche video al riguardo, ma la differenza di effetto tra un edificio non isolato e uno isolato è incredibile. Questo è in giapponese, non si capisce niente, ma le immagini parlano da sole.
Ci sono poi tecniche alternative di isolamento, tra cui per esempio questa piuttosto geniale in linea teorica, ma che mi mi fa sorgere qualche dubbio sull'usura da attrito dei giunti di quelle lamelle nel corso di anni/decenni di sollecitazioni.
Tra l'altro gli isolatori si possono installare anche su edifici già costruiti.
Suppongo ci siano alcuni limiti, chiaramente, non voglio farla così semplice. Mi piacerebbe approfondire.
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