_ scritto il 04.09.2014 alle ore 13:26 _
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Adoro Sturgeon, per la genialità di alcune sue idee, la profondità del pensiero e la vastità di chiavi di lettura alla base di tutti i suoi
libri che fino ad ora mi è capitato di leggere, ma stavolta devo dire di essere rimasto un po' deluso. "Qualche Goccia del Tuo Sangue" è un libro sicuramente scritto e strutturato bene: si tratta di un breve romanzo horror in forma epistolare che racconta di uno dei casi dello psichiatra militare Dr. Philip Outerbridge. Il problema è che ho avuto l'impressione di trovarmi tra le mani qualcosa di fine a sé stesso, una sorta di manuale di psicologia che descrive alcune devianze della mente umana, piuttosto interessanti senza dubbio, ma a cui manca per l'appunto quella fitta rete di interconnessioni (spesso multidisciplinari) caratteristiche di un'opera di Sturgeon. Tutto accade in forma talmente fredda che raggiunta la fine ti ritrovi a domandarti: "Ok, quindi?".
Forse sono stato abituato troppo bene dalle altre opere dell'autore e questo romanzo voleva davvero essere quello che alla fine si è rivelato: semplicemente la storia di un uomo e del suo "lato oscuro" raccontata attraverso lettere, dichiarazioni e documenti scambiati tra i - pochi - protagonisti. Un buon libro, con un'eccellente base scientifica alle spalle, un pugno di buonissime intuizioni e una caratterizzazione psicologica del protagonista davvero notevole (e agghiacciante, per certi versi) che senz'altro appagherà chi è appassionato di questo tipo di storie, ma che offre poco altro al lettore più... assetato.
"Qualche Goccia del Tuo Sangue" - Theodore Sturgeon, Urania Horror n. 23, Mondadori, 1961
Le sole riflessioni sul sesso che George riuscì mai a fare nacquero da un'intuizione che lui, in un certo senso, aveva sempre avuto, ma che solo più tardi, quando fu cresciuto, riuscì a elaborare. Si rese conto che tutto ciò che nel mondo intero è vivo, incomincia sempre prima di tutto con il prendere, poi elabora e finalmente espelle ciò che non gli serve più. A prescindere da quello che sta facendo, ogni essere vivente, in realtà, vive solo per questo primo atto di primaria importanza che consiste nell'assumere. Assume, elabora e poi espelle lo scarto. Prendere, assumere, incamerare è la sola ragione di vita, l'obiettivo per cui cresce, il modo con cui cresce. Non importa quanto ti faccia sentir bene o quanto se ne parli o quante siano le norme su cui passa sopra, non ci si può nascondere il fatto che il sesso è solo un impulso di secondaria importanza. È un'esperienza che ci si lascia alle spalle quando si procede nella vita. Durante il corso di scienze, a scuola, quando passarono allo studio della biologia, George aveva imparato a memoria una frase del suo libro di testo:
"nessun organismo vivente è in grado di sopravvivere in un ambiente costituito dai propri prodotti di scarto". Seguitando a riflettere e a cercare le parole con cui definire il suo pensiero, George giunse a questa conclusione con cui chiuse per sempre l'argomento: l'azione primaria, l'assumere, ti dà
Soddisfazione, l'azione secondaria, l'espellere lo scarto, ti dà
Sollievo. C'è tanta gente al mondo, malata e sofferente, che non sa riconoscere questa differenza. Gli uomini vanno quasi tutti alla ricerca di un sollievo e poi si deprimono se non dà loro soddisfazione. Ma è naturale che il sollievo non dia soddisfazione, non può assolutamente farlo. La soddisfazione viene prima, consiste nell'assumere ciò di cui si ha bisogno se si vuole rimanere vivi. Il sollievo viene dopo, quando si espelle quello che non serve più e che ci si lascia alle spalle. Se cerchi di tornare indietro per raccoglierlo, non ti stupire se ti sentirai un po' sciocco e anche un po' ripugnante.