_ scritto il 01.08.2014 alle ore 10:26 _
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Clarke riesce
ancora una volta a stupirmi confezionando un libro che è davvero un piccolo gioiello. Quasi tutto il merito è da attribuirsi al particolare - e geniale, sotto alcuni aspetti - punto di vista dal quale viene narrata la storia. Preludio allo Spazio parla di scienza (parecchia), di tecnologia e ingegneria aerospaziale, del lato "vintage" della fantascienza (se mi passate l'accostamento) e dell'inesauribile curiosità e voglia di conquista dell'uomo, ma lo fa sedendosi dalla parte della narrazione documentaristica. Tutta la trama ruota infatti attorno al Dr. Dirk Alexson, uno storico al quale è stato assegnato il compito di scrivere la storia ufficiale della prima missione lunare dell'umanità. Alexson è stato infatti invitato all'interno della grossa base e gode di autorizzazioni speciali che gli consentono di parlare con scienziati, ingegneri, personale amministrativo e dirigenziale, e visitare qualsiasi struttura o laboratorio di suo interesse. Ecco quindi che il libro prende un taglio da documentario e quasi immediatamente si viene catapultati in un mondo ricco di dettagli e tecnologie assolutamente plausibili dal punto di vista scientifico e illustrati in modo squisitamente accademico.
La Prometheus è la prima nave spaziale capace di raggiungere la Luna ed è formata da due componenti primarie: Alpha e Beta. La prima - che è la vera e propria nave - è stata progettata per raggiungere la Luna da un'orbita terrestre e per tornare indietro (ma non è in grado di compiere voli in atmosfera), mentre Beta è un modulo di volo ad energia nucleare che ha il solo compito di portare Alpha in orbita. La propulsione nucleare è generata da un reattore che scalda ad altissime temperature l'aria (durante il volo in atmosfera bassa, più densa) o la scorta interna di metano (nell'atmosfera più alta e nello spazio). Di fatto Beta funziona come uno
statoreattore nella bassa atmosfera, dunque è necessario lanciarlo tramite una rampa elettrica.
Le varie fasi della missione possono essere riassunte così: Beta porta Alpha in orbita; Alpha si separa da Beta e fa rifornimento di metano grazie a serbatoi precedentemente portati in orbita dalla stessa Beta; Alpha vola verso la Luna e atterra, mentre Beta rimane in orbita; Alpha torna indietro verso l'orbita terrestre e l'equipaggio rientra sulla Terra utilizzando Beta; Alpha rimane in orbita in attesa del successivo viaggio,
Ora, qualcuno potrebbe aver storto un po' la bocca davanti all'ennesimo romanzo che parla di uomini che vanno sulla Luna, ma credo che sia importante ricordarvi che questo libro è stato scritto nel 1951, ovvero
prima del reale sbarco sulla Luna grazie alle missioni
Apollo. Come accennato in precedenza, tutte le tecnologie immaginate e descritte da Clarke sono scientificamente plausibili. I motori nucleari per i viaggi spaziali e in atmosfera, tuttavia, non sono mai stati realizzati, ad eccezione di alcuni prototipi.
Il romanzo esplora anche alcuni aspetti della psicologia umana legati alla grandezza dell'impresa che i diretti protagonisti si apprestano a realizzare. In questo ambito ho trovato la caratterizzazione dei personaggi perfettamente bilanciata per il genere di storia che Clarke intendeva raccontare, sebbene avrei gradito qualche sfumatura - e qualche pagina - in più dedicata ai membri dell'equipaggio, lo stato d'animo dei quali viene sì più volte descritto, ma si perde a mio avviso un po' troppo facilmente nella componente narrativa e documentaristica.
Un libro che consiglio davvero a chi è appassionato di scienza, di viaggi spaziali e in generale di quella fantascienza più vicina alle tecnologie oggi realmente disponibili (di cui
The Martian di Andy Weir è un ottimo esempio). Astenersi maniaci dell'epicità: qui ne troverete poca, volutamente.