doc Avere argomentazioni ti isola
_ scritto il 30.07.2014 alle ore 11:05 _ 5662 letture
Credo che con l'avanzare dell'età abbia perso un po' di autocontrollo quando si parla di argomenti particolarmente caldi (medicine alternative, bufale mediche di vario tipo, complotti e compagnia, e per certi versi anche la religione). In passato quando intravedevo - anche da lontano - una discussione su queste tematiche cercavo di resistere all'impulso di buttarmici a capofitto, perché, fatti salvi rarissimi casi, la gente con un certo tipo di convinzione (ma sarebbe più corretto parlare di fede) raramente è predisposta a cambiare idea, quindi per quale oscuro motivo dovrei perdere tempo in spiegazioni dettagliate, fonti e argomentazioni precise? Volontariato?

Col passare del tempo noto invece che riesco sempre meno a trattenermi dal prendere parte a queste "battaglie campali" e - sarà perché ne ho le scatole davvero piene - tendo anche ad essere piuttosto diretto e sincero. Questo, come potete immaginare, comporta già qualche problema iniziale, perché sincerità e schiettezza molto spesso vengono confuse con offesa e strafottenza. Tuttavia, superato questo scoglio preliminare, quello che mi capita sempre più spesso di notare è che finché rimani sul generico, l'altro risponde con veemenza convinto delle proprie idee (quasi sempre molto generiche, senza fonti, spesso arrabattate o scopiazzate dall'avviso allarmista ricevuto su Faceboook o dal post sul blog complottista di moda in quel momento), ma quando inizi ad articolare qualche argomentazione più complessa e dettagliata, mostrando sicurezza e - soprattutto - tirando fuori fonti, studi e trattati davvero attendibili (e a volte, per forza di cose, piuttosto vasti) , l'effetto è lo stesso di quando tocchiamo le antenne di una lumaca: si ritirano istantaneamente nel proprio guscio. Spariscono dalla circolazione (e.g. nel caso di una discussione su un social network), cambiano discorso o giocano la carta del "va be' è una discussione troppo complicata da fare / tanto nessuno dei due cambierà idea / non ho tempo di leggere le fonti che hai citato / adesso devo scappare a <inserire attività casuale>" oppure ti chiedono candidamente come ti permetti di giudicare il loro pensiero/operato, come se il punto della situazione orbitasse esclusivamente intorno al contenuto delle loro teste. Purtroppo avere argomentazioni spaventa chi non è disposto ad allentare la presa sulle proprie convinzioni aprioristiche.

Ed è a questo punto che dovrei lasciar perdere e invece no, mi incazzo ancora di più, perché credo che al mondo ci siano davvero poche cose stimolanti come l'instaurare un dialogo tra persone con diversi punti di vista pronte a modificare il proprio qualora dovessero imbattersi in argomentazioni convincenti. E invece la maggior parte delle volte la gente scappa sul più bello, perché credere ai "sentito dire", ai complotti e agli allarmismi è comodo e facile, e ci mette in una posizione di illusoria superiorità dato che crediamo di saperla lunga, di aver smascherato chissà quali complessi piani malvagi o meccanismi ignoti e per questo ci sentiamo furbissimi.
Da parte mia non ho mai preteso di essere il detentore della verità assoluta, ho sempre trattato qualsiasi argomentazione con la medesima serietà e interesse, cambiando a volte idea rispetto a come la pensavo prima, e chi segue anche un minimo questo blog lo ben sa (basta guardare le infinite discussioni e scambi di idee nei commenti ai post più "spinosi"). E questa sorta di "senso di impotenza" dinnanzi a posizioni così preconcette a volte mi logora, perché basterebbe lasciare socchiusa la porta, mollare la presa - anche di poco - e farsi sedurre dalla genuina curiosità.

E voi che ne pensate? Alla fine ne vale la pena o è sempre una battaglia persa in partenza?
Darsch
_ chiavi di lettura:società, complottismo, superstizione, pseudoscienza, scienza, fede

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_ Commento di albyok _ profilo homepage
_ scritto il 30.07.2014 alle ore 11:22
Story of my lifeeee!

Sono d'accordo. Avere molte opinioni ti lascia spesso da solo. E tante volte mi sono chiesto se ne vale la pena. Addirittura ci sono luoghi in cui la risposta automatica è "No, non ne vale la pena": a lavoro.

Nel posto dove sono adesso mi stanno tutti generalmente simpatici, ma salvo rare eccezioni son quasi tutti molto, ma molto razzisti. Il razzismo quello becero, delle bufale sugli immigrati a cui vengono date le case gratis. Quello tra due eventi ugualmente gravi, "preferiscono" quello commesso da un italiano. Roba di questo genere. In questo ambiente, salvo rari scazzi, devo autocensurarmi, perché son persone che vedo fisicamente ogni giorno e l'ambiente diventerebbe invivibile altrimenti.

Nelle discussioni online generalmente ci si lascia più andare, perché spesso son fatte con persone che non abbiamo né mai incontrato, né incontreremo mai. Ne vale la pena? Prima avrei detto sì. Poi c'è stato un periodo del "no, perché tanto le cose rimangono sempre uguali".

Ora sono nel periodo del sì, per una ragione che spero non autodistruggerò. Discutere di queste cose, forse apparentemente ti isola, ma fa vedere ad un altro isolato, che non è da solo. Un po' come un coming out "intellettuale". È come dire, "Ehi, io la penso così. E non mi frega se questo mi fa passare per altezzoso, "santone", detentore di verità, antipatico.".
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 30.07.2014 alle ore 11:43
Hai perfettamente ragione, ci sono dei luoghi in cui addirittura non è consigliabile, un esempio su tutti: i mezzi pubblici. Hai mai preso parte ad una discussione su questi temi a bordo di un autobus o sulla metro? Ecco, non farlo o verrai catapultato ai tempi della caccia alle streghe... °_°

Per quanto riguarda il lavoro, sono tendenzialmente d'accordo: sugli argomenti più spinosi tendo a rimanere sul vago e autocensurarmi anche io, ma in ogni caso faccio sempre capire in modo molto preciso - e deciso - come la penso. Ma nel mio caso, forse, è diverso, perché sono già abbastanza isolato per conto mio: tendo a tenere ben separati i rapporti lavorativi da quelli personali, e il risultato è che non mi sono mai sentito "come in una grande famiglia" in ufficio, mi faccio i cazzi miei e spingo gli altri a farsi i loro (probabilmente ad un occhio esterno sono catalogabile come il classico "orso", ma va benissimo così), e negli ultimi 7 anni c'è stata una sola persona con cui mi sono trovato talmente bene da considerarla "qualcosa di più" anche al lavoro (e guarda caso ora è diventato un amico a cui tengo veramente tantissimo, sebbene purtroppo, per una cosa o per l'altra, non ci vediamo/frequentiamo spesso).

Comunque per cose come complotti, superstizioni/bufale e compagnia autocensurarsi risulta forse più facile, ma mi chiedo come tu faccia quando si parla di quel genere di razzismo di cui hai scritto. Io non so se ce la farei sinceramente, hai la mia ammirazione.

"Far vedere ad un altro isolato che non è da solo" mi sembra un'ottima motivazione, in effetti. Grazie, da isolato non l'avevo presa troppo in considerazione, anche perché tendo a riconoscere facilmente gli altri isolati quando li vedo, ma non è detto che la cosa sia reciproca, in effetti. ;)
_ Commento di albyok _ profilo homepage
_ scritto il 30.07.2014 alle ore 11:49
Non è facile per niente stare zitti con i miei colleghi, ma come ti dicevo, è un razzismo così becero che non riuscirei semplicemente a stare calmo dicendo "ehi, forse la tua posizione è leggermente inopportuna". Eppure dovrei, so che dovrei. Ma creerei un ambiente di cui presto mi stancherei e dovrei trovare un altro lavoro. E così via finché non trovassi un posto perfetto.

Ma è un comportamento inapplicabile, ahimé, nella realtà. Poi è chiaro, ogni tanto, sempre restando calmo, quando sento la tipica "Ma l'avete visto quell'appello che gira su FB...?" lì intervengo, perché bene o male li conosco quasi tutti. E quando una cosa è una bufala, razzista o meno che tu sia, non c'è questioni di opinione.
_ Commento di Il_Gobb _ profilo homepage
_ scritto il 30.07.2014 alle ore 12:32
Oh, ti capisco. Quanto ti capisco. Tra medicina ayurvedica, poteri delle pietre, omeopatia, razzismo, complottismo, animalismo demente, adesioni cieche a ogni cosa sotto il sole (religione e movimenti politici compresi), antichi alieni, energie cosmiche e piramidi che affilano i coltelli c'è di che scegliere.
Tutto ciò, però, ha alcuni tratti in comune: ignoranza e incapacità di rimettere in discussione ciò che conferma la nostra visione del mondo. Alla fine, dal mio punto di vista, quasi tutto spesso si riduce a una questione di fede: chi crede ottiene vantaggi dall'ignoranza. Credere è una cosa emotiva, il ragionamento c'entra poco, e le cose in cui crediamo di norma fanno parte della nostra identità e personalità. E quelle, proprio, non si possono negare/toccare/ridiscutere, perché farlo significherebbe sconvolgere una visione del mondo. Poche cose sono emotivamente più dolorose.
Se chi crede non fosse ben determinato a rimanere ignorante il problema sarebbe meno grave.

Un tempo mi incazzavo. E finivo per essere "violento", sgradevole, oppositivo. Ora non sento più di avere una crociata da combattere, sono stanco... ma mi diverto molto di più. I risultati non cambiano: se qualcuno usa la testa ed è intellettualmente onesto, fornire prove serve, altrimenti è tempo perso, ma la mia voglia di discutere è sempre lì.

Poi anche io sul lavoro sto spesso zitto. Data la potenza della componente cattolica nel mio ambiente cerco di non tirare fuori il mio ateismo. Ciò non vuol dire che non si discuta, ma insomma, è una cosa moderata. Per il resto parlo: mi fa tristezza vedere gente altamente istruita che si cura con perline di vetro colorato.
Quel che è cambiato è l'atteggiamento. Prima mi infervoravo. Ora insinuo il dubbio e, quando possibile, uso tonnellate di sarcasmo e mi faccio due risate.

Perché è meglio ridere che piangere. Non c'è verso di cambiare le idee di qualcuno che ha "deciso" (virgolette, dato che la cosa è di norma inconscia) a priori che nulla può convincerlo. Senza contare che la locuzione "solida argomentazione" o la parola "prova" hanno un significato enormemente variabile a seconda della persona. Per molti le foto sgranate e sbufalate di un UFO sono prove, un paper scientifico no. Non sai quante volte, nel corso di una discussione con individui convinti senza motivo delle loro posizioni, mi accusano di volerli "fregare con le parole", o "confondere". Triste e stupefacente, ma vero, e condivido: avere argomentazioni isola.
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 30.07.2014 alle ore 13:04
Certo poi bisogna anche fare un distinguo su CHI hai effettivamente davanti. Perché con mia nonna ovviamente non mi sognerei mai di discutere, per esempio, di religione - mi sono sposato in chiesa solo ed esclusivamente per non dare un dispiacere a loro, figuratevi. Perché sarebbe innanzi tutto inutile, vista l'età e il modo in cui è radicato in persone "d'altri tempi" il concetto di "essere supremo", e poi gli provocherei un dolore tangibile, totalmente ingiustificato.
Ma con altre persone che so essere perfettamente in grado di ragionare razionalmente, mi ci sformo. Ed è, come dici anche tu, davvero un fatto di fede nell'accezione più pura del termine.

Sembra che abbia intrapreso un percorso inverso al vostro: prima me ne fottevo, adesso mi ci incazzo. O forse è un andamento sinusoidale e tra un po' mi stuferò di nuovo. Di sarcasmo ne uso un sacco anche io, ora che mi ci fai pensare, e spesso viene confuso per arroganza e strafottenza, ma va be', chissene frega.

"Per molti le foto sgranate e sbufalate di un UFO sono prove, un paper scientifico no."

Già, tristemente vero ed emblematico.
_ Commento di Ryo _ profilo homepage
_ scritto il 30.07.2014 alle ore 14:39
> ne vale la pena o è sempre una battaglia persa
Le due cose non si escludono a vicenda :-)
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 30.07.2014 alle ore 14:45
Beh, se è una battaglia persa non vedo come possa valerne la pena, visto che ti ritrovi a parlare con un muro di gomma. No? ;)
_ Commento di Ryo _ profilo homepage
_ scritto il 03.08.2014 alle ore 10:07
Lo so ma per me crogiolare nell'indifferenza è inconcepibile: non posso permettere che con l'inazione l'umanità riceva danno ;-)
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 03.08.2014 alle ore 11:50
Da quando fai parte dei Watchmen? :D
_ Commento di Ryo _ profilo homepage
_ scritto il 04.08.2014 alle ore 21:40
Da quando il mio gravatar non funziona più sul tuo sito! :P

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