_ scritto il 15.06.2014 alle ore 14:54 _
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Enzo Amorini - 20/12/1946 (Perugia)
Scroscia la pioggia
sibila il vento ---
l'albero sta.
La terra lo nutre
e lo tiene.
Si dibattono i rami
sconvolti dal turbine;
il tronco s'incurva,
che il peso non regge
violento dei venti.
Ma la terra lo tiene.
Dalla terra possente
ei succhia vigore.
Nell'aura gentile
dal sole dorata
ridono i rami
fra le foglie
tremule ---
e pace spandon d'intorno.
Lo spirito beve dolcezza.
Un coro di trilli
di frulli risuona,
si muove fra i rami.
Folleggia la vita
di voli gaia
di suoni armoniosi ---
e l'albero si protende
felice
e s'imbeve
di fremiti lievi.
Li espande d'intorno.
L'uomo - sordo -
punta fra i rami:
si rompe d'un colpo
l'armonia ---
Ristagna nell'aria
l'eco crudele
che spezza la vita
di luce, di sole ---
L'aer d'intorno
ascolta attonito.
Si copre d'un manto
candido, l'albero
e sembra che dorma;
pensa
e dimentica.
Dà calore
all'uomo ingrato.
Un suon di campane
ondeggia nell'aria --
disperde nei boschi
il pensar dei giganti.
Ti vede ammantato
di luci, di striscie
brillanti
di globi di fuoco.
Protendi benigno
i tuoi rami
ed emani dolcezza.
Lo spirito antico
dei boschi
emana da te.
L'uomo intorno
si raccoglie
ed assorbe ristoro.
Di bimbi un trillìo
ti circonda
e tu stai
ammantato di luci
le braccia protese
nel dono -----
Ti espandi
in silenzio.
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