_ scritto il 11.09.2013 alle ore 10:11 _
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Il Decreto legge n. 101 del 31 agosto 2013 recante "disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni", pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 204 del 31 agosto 2013, introduce, tra le altre, misure atte a combattere il precariato nella Pubblica Amministrazione.
"Fantastico!" ho esclamato non appena lo sono venuto a sapere.
"Fosse la volta buona!". Poi ho letto il testo e tutto il mio entusiasmo è scemato miseramente.
Le procedure concorsuali che le amministrazioni pubbliche possono bandire sono, infatti,
"riservate esclusivamente a coloro che sono in possesso dei requisiti di cui all'articolo 1, commi 519 e 558, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e all'articolo 3, comma 90, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, nonché a favore di coloro che alla data di entrata in vigore del presente decreto hanno maturato, negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato alle dipendenze dell'amministrazione che emana il bando, con esclusione, in ogni caso, dei servizi prestati presso uffici di diretta collaborazione degli organi politici".
In parole povere: una misura nata per combattere il precariato favorisce solo chi ha lavorato con contratto a tempo determinato (pieni contributi, malattia, ferie e straordinari pagati, buoni pasto, TFR, e così via) e
non chi invece ha lavorato presso la medesima amministrazione, magari con compiti e mansioni equiparabili, con contratti a progetto o P.IVA (contributi inferiori, niente ferie, giorni di assenza/malattia non pagate, niente straordinari, niente buoni pasto, niente TFR, spesso con obblighi di orario imposti). Chiaramente una persona con contratto a progetto potrà partecipare lo stesso al concorso, ma secondo voi quante chance potrà avere visto che non rientra nella categoria a cui il d.l. si riferisce?
E così pare che aziende e pubbliche amministrazioni continueranno imperterrite ad avvalersi dell'esercito dei contratti a progetto e delle Partite IVA perché, semplicemente, gli conviene farlo.
Applausi.