_ scritto il 21.05.2013 alle ore 14:48 _
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08/05/2013
La nostra fuga procedeva tranquilla quando ci siamo imbattuti in una strana banda di uomini incappucciati a cavallo apparentemente intenta ad applicare l'antica arte - a me piuttosto familiare - dell'assalto alla carrozza. L'istinto è subito stato quello di partecipare attivamente, ma, piuttosto che dargli una mano, quel concentrato di buonismo che è Sturm si sarebbe tagliato l'uccello. Quindi è finita che li abbiamo fermati, ferendone uno, mentre la carrozza si allontanava ormai indisturbata, con tutto il potenziale bottino ancora a bordo. A questo punto è successa una cosa curiosa: uno dei banditi, una mezz'elfa di nome Belsheba, ha salutato molto affettuosamente Rango chiamandolo con un altro nome: Ixamandius. L'iniziale moto di ira che mi ha assalito a causa della enorme montagna di fesserie che Rango sembrava averci raccontato fino a quel momento è stato quasi del tutto stemperato dalla scoperta che anche lui sembrava genuinamente sorpreso. E così è uscito fuori che in realtà era vittima di una gigantesca amnesia, tant'è che quello che pensava essere il suo nome l'aveva percepito empaticamente dal fedele amico serpente, il quale in realtà gli stava comunicando che era lui a chiamarsi in quel modo.
Oltre all'amica di Rango/Ixacoso, nell'allegra combriccola c'erano anche Makadam (mezz'elfa con la puzza sotto al naso), Faina (il classico tizio losco e poco raccomandabile) e Azag, detto La Cima (un gigantesco mezz'orco idiota e piuttosto antipatico). Tutti ricercati a Kalel, tranne Belsheba. In altre parole: gente molto poco affidabile, che secondo una buona parte di noi avremmo fatto bene a lasciarci alle spalle il prima possibile. Io e Uzzar - e lo stesso Rango - la pensavamo diversamente: innanzi tutto Belsheba ci aveva offerto ricovero presso il loro nascondiglio (nelle Paludi d'Inchiostro, situate poco a ovest della foresta nella Repubblica di Eklund, ad appena una giornata di marcia da dove eravamo), il che poteva essere positivo per riprendere le forze e fare il punto della situazione, e poi Makadam era una maga, abbastanza esperta da quello che potevamo intuire (sicuramente più di quella mezza calzetta dal ritrovato nome impronunciabile...), e avrebbe potuto aiutarci ad aprire la nostra famosa scatola sigillata magicamente. Visto che lo scopo principale del nostro viaggio era quello di trovare indizi a nostra discolpa, e dato che la scatola appartenuta al defunto Barbaguerra poteva contenere proprio quel genere di informazioni, passare 1 o 2 giorni in compagnia dei nostri nuovi "amici" non era da considerarsi una totale perdita di tempo.
Il "rifugio" era in realtà una sorta di villaggio arboricolo abbandonato, situato in mezzo ad una palude maleodorante e formato da casupole abbarbicate sugli alberi. Data l'elevata possibilità di contrarre malattie di vario tipo, Belsheba ci ha gentilmente fatto bere un intruglio che ci avrebbe immunizzato per un paio di mesi, ma che, per le prime ore, ci ha provocato una fortissima diarrea.
Arrivati in tarda serata, ci siamo subito sistemati in una delle catapecchie e Rango/Ixacoso ha approfittato per fare una bella chiacchierata con la sua amica, di cui poi ci ha riferito a grandi linee.
Dal diario del Master
La sera stessa Rango apprende da Belsheba qualcosa sul suo passato, che sembra particolarmente turbolento. Belsheba sostiene che lei e Ixamandius/Rango sono stati complici di crimini per più di cinque anni prima del colpo a Machna.
Poco più di tre anni prima lei e Rango erano a Machna, nel Regno di Midia, dove truffarono dei ribelli che si opponevano alla reggenza della Regina Mikella. Riuscirono a fare copie delle chiavi della residenza di un'elfa nobile alleata e finanziatrice di Mikella. Poi ne vendettero una ai ribelli che volevano rapire la nobile. I due si assicurarono che i ribelli fossero colti sul fatto e grazie al diversivo riuscirono a introdursi e rubare. Furono però scoperti e fuggirono ognuno in una direzione: avrebbero dovuto incontrarsi nei boschi, ma Belsheba fu catturata e gettata in prigione.
In cella a Machna Belsheba viene a sapere che Rango e Uranil, un suo ex, hanno portato a termine una truffa da almeno 100.000 pezzi ad Akella. Uranil è stato in seguito trovato morto a Leucothea in una stanza in affitto, insieme a 10.000 pezzi d'oro.
Ci ha inoltre confermato quello che per noi era già abbastanza palese: i suoi compari erano tutt'altro che felici di condividere il nascondiglio con noi e Belsheba è stata costretta a rivelargli che uno del nostro gruppo, senza specificare chi, era a conoscenza di un bottino davvero succulento su cui mettere le mani e che serviva tempo per scoprire il luogo e l'ammontare del gruzzolo.
La situazione ha iniziato a precipitare quando abbiamo avuto la conferma che Azag, Makadam e Faina avevano intenzione di torturarci per estorcere le informazioni che cercavano: durante il mio turno di guardia ho sentito la maga discutere animatamente con Belsheba, in particolare due frasi hanno catturato la mia attenzione:
"Non voglio altri rischi! Non siamo balie!" e
"Ora che ci sono i tuoi amichetti sei in superiorità numerica, eh?".
Per non rischiare ulteriormente, io e Belsheba abbiamo proposto di ucciderli durante il sonno, ma gli altri non sono stati d'accordo. Il giorno dopo Makadam ci ha fatto sapere di non essere riuscita ad aprire la scatola, ma ci ha assicurato che l'incantesimo utilizzato poteva essere spezzato solo da un parente del proprietario originale. A quel punto null'altro ci legava a quelle paludi, così nottetempo abbiamo usato un sonnifero sulla banda di banditi, li abbiamo legati e io gli ho portato via armi e preziosi.
Il nostro viaggio è proseguito verso sud-est, nel Califfato di Dakka. Dopo una notte passata all'addiaccio, siamo giunti presso Dorkamorka, nel Granducato di Sandaria, una cittadina piuttosto malandata che versava in una situazione di equilibrio civile molto precario: l'aria di tensione si poteva tagliare col pugnale e ad ogni angolo c'era una pattuglia di guardie. Una di queste, particolarmente spavalda, ci ha circondato e ha preteso una salata "tassa di transito". Per non avere problemi abbiamo ceduto, non senza tenere testa a quell'ammasso di guitti senza onore né cervello. E proprio la nostra spavalderia è stata la scintilla che ha fatto accendere il fuoco della rivolta: in men che non si dica nelle strade si sono riversati cittadini armati di qualsiasi oggetto in grado di provocare una ferita.
Approfittando del trambusto, ci siamo avviati verso le porte della città ma le abbiamo trovate sprangate e, proprio quando l'unica cosa da fare sembrava essere quella di prendere parte al tumulto, abbiamo sentito un uomo chiamarci insistentemente da dietro la porta di una casa.
Incuriositi ci siamo intrufolati, e lui ha esclamato:
"Eccovi! Finalmente siete qui!".
Colti impreparati abbiamo risposto:
"Ma certo... e dove altro potremmo essere?!?"-
"Fantastico, quindi vi manda Abad! Che fine ha fatto?"- Non sapendo cosa rispondere, ho cercato di tenermi sul vago, con risultati piuttosto scarsi:
"E'... morto..."-
"Morto?!?" - un'aria interrogativa mista a puro sbigottimento si è dipinta sul suo volto -
"Ma non era fuori città?"-
"No... era proprio qui davanti, in mezzo alla sommossa. Le guardie lo hanno trucidato!"-
"Quindi mi stai dicendo che era tornato a Dorkamorka per trovarsi al centro della sommossa?"- Senza pensare ho annuito:
"Un grande uomo, lo so. Vivrà sempre nei nostri cuori e il suo sacrificio ci sarà d'esempio per gli anni a venire!"La nostra magistrale farsa è andata avanti per parecchi minuti, durante i quali abbiamo appreso ulteriori informazioni: il governante della città, tale Lord Angaro, ha attuato una coscrizione forzata per ben due anni, trascorsi i quali Dorkamorka si è ritrovata letteralmente in ginocchio. La popolazione è esasperata dalla guerra civile e dalle mire espansionistiche del Lord, e a quanto pare il "defunto" Abad aveva assoldato un gruppo di mercenari per organizzare tatticamente e strategicamente la rivolta. Il compenso pattuito era di 5000 pezzi d'oro prima di arrivare e altri 5000 dopo la risoluzione del conflitto.
Le cose si stavano facendo davvero interessanti.