_ scritto il 25.09.2012 alle ore 15:08 _
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A costo di risultare cinico, a me questa cosa che la colpa degli incidenti automobilistici o motociclistici è sempre della (mancata) manutenzione della strada, non mi va proprio giù. Fermo restando il rispetto per il devastante dolore causato da una perdita improvvisa e violenta, come quello provato da un padre e da una madre che vedono il proprio figlio strappato alla vita in seguito ad uno schianto, vorrei porre attenzione sul fatto che i limiti di velocità esistono
esattamente per questo motivo.
Le strade non sono ovviamente tutte uguali, e se pensate che sia sufficiente la larghezza per poter aumentare la sicurezza e permettere quindi velocità più elevate, sbagliate di grosso. I limiti tengono conto di moltissimi fattori: caratteristiche della strada, tracciato, angolo e frequenza delle curve, presenza di dossi più o meno accentuati, visibilità generale (presenza di ostacoli, piante o edifici che possano in qualche modo costituire un intralcio), presenza di pedoni e attraversamenti, numero di incidenti occorsi e così via (se volete approfondire
a questo indirizzo trovate le misure più diffuse per stabilire il limite di velocità di una strada).
Se io percorro a 120 km/h una strada con limite massimo di 70 (come la famigerata Via del Mare, qui nel Lazio) il rischio principale non è legato alla velocità come fattore assoluto, ma al fatto che
quella strada non è progettata per una velocità del genere. Oltre ad avere più probabilità di causare un incidente, ad aumentare saranno anche i danni provocati, perché, come ha confermato un
rapporto del British Columbia Ministry of Transportation,
la gravità di un incidente automobilistico dipende in misura maggiore dalla differenza di velocità fra due veicoli rispetto alla loro velocità assoluta e la probabilità che un incidente avvenga è maggiore se i veicoli viaggiano a velocità di molto superiori o inferiori alla velocità principale del trafficoSenza dubbio la manutenzione deve essere impeccabile e il gestore deve sempre mantenere la strada in perfetto stato. Ma visto che, a quanto pare, in alcuni casi questo non succede, cerchiamo prima di tutto di rispettare i limiti. Una strada urbana o extraurbanda secondaria non è soggetta alla medesima, puntigliosa manutenzione a cui viene sottoposta un'autostrada (ma dovrebbe esserlo, secondo me). Se un motociclista incappa in una buca a 70 chilometri all'ora, senza ombra di dubbio si farà male, ma se la stessa buca la prende a 120 le conseguenze saranno quasi sicuramente gravi o letali.
Quella buca lì non doveva esserci, e questo è poco ma sicuro. Ma io direi che
prima di qualsiasi altra, c'è la responsabilità di chi guida. E lo dico anche per esperienza personale.