_ scritto il 30.06.2012 alle ore 14:00 _
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Sarò un povero disilluso sognatore, ma sono convinto dell'esistenza di una manciata di iniziative che potrebbero migliorare non poco la disastrosa situazione in cui versa il nostro paese. Una di queste - che pare sia, neanche a dirlo, ampiamente utilizzata in altri paesi più furbi di noi - è l'utilizzo dei cosiddetti "agenti provocatori", che non sono altro che persone incaricate di lanciare l'esca e vedere se il pesce abbocca, cogliendolo in flagranza.
L'idea è molto semplice, ma a mio parere estremamente efficace. Chiunque abbia un incarico pubblico deve essere onesto e dimostrare di saper gestire le sue mansioni in maniera trasparente e pulita. L'agente dovrà fingersi un'altra persona (un imprenditore, un uomo particolarmente potente o facoltoso, e via discorrendo) e "tentare" il pubblico amministratore con offerte allettanti, cercando di corromperlo. Se questo dovesse accettare, finirebbe in galera senza passare dal Via. In caso contrario potremmo ritenerci un pochino più sicuri sull'onestà di questa persona.
So già cosa state pensando: in Italia finirà che dovremmo avere gli agenti provocatori degli agenti provocatori, visto che nessuno ci potrà garantire la loro onestà. Mi verrebbe da rispondere che di qualcuno dobbiamo pur fidarci, altrimenti tanto vale lasciare andare tutto a catafascio, ma credo sia piuttosto plausibile che una persona il cui lavoro è cercare di far cadere un'altra persona in una trappola, sia a sua volta microfonata e controllata, in modo da avere una prova schiacciante.
Io sarei addirittura per misure ancora più drastiche, per quanto riguarda alcune cariche pubbliche particolarmente delicate. Come quella adottata - se non erro - da Rudolph Giuliani nei confronti degli amministratori della raccolta differenziata quando diventò sindaco di New York: gli avrebbe assegnato l'incarico solo previa dichiarazione scritta di consenso ad essere intercettati.
A mali estremi...
Il vero problema, però, è che per attuare misure del genere c'è prima di tutto bisogno di un Parlamento formato da persone oneste, elette da cittadini onesti. E questa è tutt'altra storia.