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_ scritto il 13.12.2011 alle ore 11:33 _ 4833 lettureNon appena saputa la notizia della ragazza sedicenne che si è inventata di essere stata stuprata da due rom e che ha innescato una tremenda reazione negli abitanti del quartiere, oltre al normale voltastomaco provato per la componente razzista e violenta della vicenda, mi sono chiesto la stessa identica cosa espressa dall'ultimo paragrafo di questo articolo di Michela Murgia su MicroMega (tratto a sua volta da Repubblica) di oggi, che consiglio di leggere:
[...] Davanti alla cenere e alle bugie ora si parlerà di razzismo, ed è sacrosanto che avvenga. Ci si chiederà pure cosa sta succedendo nella civile e solidale Torino, ed è giusto che ce lo si chieda. Ma spero che qualcuno si faccia domande anche su quale tipo di italianissima cultura è quella che induce una giovane donna a credere che la condizione di stuprata sia per lei socialmente più vivibile di quella di chi fa l'amore perché lo ha scelto.
Darsch
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_ Commento di Il_Gobb _ 
_ scritto il 13.12.2011 alle ore 11:57Ma infatti... probabilmente c'entra anche il fatto che dare la colpa a degli zingari è percepito come poco grave, preferibile all'affrontare le ire di una famiglia di poveri stronzi. Comunque la ragazzina è una stronza non da poco, eh.
_ Commento di Darsch _
_ scritto il 13.12.2011 alle ore 12:02Periodici controlli ginecologici per verificarne l'illibatezza... ma che cazzo di genitori siete?! E chissà quanti ce ne sono. Repressione invece che condivisione e informazione. Poi ci stupiamo di queste reazioni della generazione più giovane. Bleh.
_ Commento di Darsch _
_ scritto il 13.12.2011 alle ore 12:05@Il_Gobb - sìsì c'entra sicuramente anche quello, infatti la prima reazione d'istinto è stata di ripudio verso l'atto razzista. Poi però ho anche pensato al contesto familiare...
_ Commento di Darsch _
_ scritto il 13.12.2011 alle ore 12:30Osservazione piuttosto acuta di METILPARABEN: http://metilparaben.blogspot.com/2011/12/volto-o-vulva-fa-poca-differenza.html.
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