_ scritto il 22.05.2006 alle ore 21:00 _
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Quello che segue è tratto da diari e appunti degli altri partecipanti alla sessione gdr.
Dagli appunti di viaggio di Leonid
Ci addentriamo nella grotta. In un primo tempo pensiamo di portare con noi i cavalli, ma visto il sentiero angusto, decidiamo di lasciarli poco fuori. Il corridoio č debolmente illuminato da sfere magiche sulle pareti.
Avanziamo silenziosi, e giungiamo in un'apertura di circa venti metri di diametro, dove in terra ci sono dei blocchi di pietra bianca, probabilmente franati, e piů avanti delle lastre di marmo bianco. Ci avviciniamo per analizzarle, ma siamo attaccati da due esseri la cui descrizione ci fa ricordare quella dei ladri delle uova di Toede: un po' ricurvi, sono longilinei, alti e snelli, hanno enormi artigli al posto delle mani, una coda lunga e appuntita, grandi zanne. La loro pelle č biancastra, sembra quasi una corteccia che fa da corazza, con una sorta di guscio sulle spalle.
Compaiono altre quattro creature, simili alle prime, senza coda ma indossano una tunica marrone leggera e si uniscono alla festa. I loro morsi e le loro artigliate sono velenosi, e Gingle sviene sotto gli attacchi. Riusciamo comunque ad ucciderli tutti. Avrei voluto tenerne uno in vita per interrogarlo, ma sembra non volerci rispondere o non capirci. Meglio non lasciare testimoni.
Sui corpi dei due esseri in tunica troviamo due pozioni di grazia felina.
Poco dopo gli effetti del veleno si rifanno sentire su di me. Svengo e dopo poco rinvengo grazie a Gingle che ha usato il potere della lacrima di Mishakal.