Dopo giorni di file e mazzette, dopo aver inutilmente tentato di aggirare la burocrazia andando a presentarci direttamente alle guardie del palazzo di Lord Toede, la nostra domanda viene respinta.
La mia pazienza č giŕ andata a farsi fottere da un pezzo, e Gingle sembra sempre piů vicino ad uno scatto d'ira che mi troverebbe totalmente ben disposto.
Mi dice che dovremo presentare una sorta di "ricorso" presso un altro ufficiale, che sebbene sembri un po' rattristato per qualche suo problema personale che non vuole dirci, non fa granché per accelerare la nostra pratica.
Decidiamo di seguirlo durante la pausa pranzo e facciamo irruzione in casa sua. Qui troviamo la moglie e un bambino su di un letto che sembra malato. L'ufficiale chiama rinforzi, sguaina la spada, ma riusciamo a calmare gli animi e con la lacrima di Mishakal curo il male che costringe a letto il figlio dell'ufficiale.
Questi finalmente ci č grato, e sembra bendisposto per la nostra pratica.
Dobbiamo superare l'ultimo ostacolo, un ufficiale capo che apprezza molto i gioielli... Dopo aver corrotto l'ufficiale maggiore riusciamo ad ottenere il fantomatico permesso per l'indomani mattina.
Alle 10 in punto siamo di fronte alla tenuta del signore della cittŕ. Le guardie ci lasciano passare tranquillamente e veniamo condotti nella sala del trono, dove il vecchio hobgoblin parla a bassa voce al suo Ciambellano che si rivolge a noi.
Non sembra troppo interessato ai nostri oggetti né alla loro potenza. Ci dice perň che sarŕ contento di condividere la sua conoscenza con noi, dandoci accesso alla sua libreria, se lo aiuteremo a risolvere il problema che lo assilla in questo momento: riavere le uova di drago acquatico che aveva acquistato dagli elfi Dargonesti e che gli sono state rubate da figure umanoidi (un po' gobbe) incappucciate una decina di giorni fa.
Non avendo altra scelta, accettiamo l'incarico.
Apprendiamo che gli informatori di Toede hanno scoperto che i "ladri" si sono accampati presso le rovine di Micah, venticinque chilometri ad ovest di Floatsam.