doc Non chiamatelo giornalista...
_ scritto il 14.02.2011 alle ore 14:40 _ 3801 letture
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Stamane mi sono svegliato con una notevole dose di curiosità. Volevo vedere e leggere come alcune testate (televisive e cartacee) avrebbero commentato la manifestazione di ieri, caratterizzata da un messaggio semplice e inequivocabile: "noi non ci riconosciamo nell'idea femminile del nostro Presidente del Consiglio". Il che è perfettamente legittimo, e ha anche un certo senso, visto quello che è uscito fuori in questo periodo. Bene, ne ho viste/lette di tutti i colori (potete fare un giretto per la Rete), ma a batterle tutte c'è ovviamente lui, il non plus ultra.


articolo "Emilio Fede, l'abiura al giornalismo" di Sonia Alfano

"Se non ora quando?". Il Tg5 di Mimun, nel dare la notizia, ha ovviamente dato il meglio di sé, inserendola come quarto titolo dopo immigrati, Egitto e assemblea costituente di Fli. Il Tg1 di Minzolini ne ha parlato dopo gli immigrati e l'Egitto, ma prima di Fli. Fede, Emilio Fede, ovvero l'abiura al giornalismo, ha reso all'informazione italiana il miglior servizio, rispondendo perfettamente ai dettami dell'etica e della deontologia professionale. Ci sarebbe da ridere, se non fosse che c'è da piangere.

Già, perchè se un direttore di Tg presenta una mobilitazione nazionale che ha portato in duecento piazze oltre un milione di persone un attimo prima del meteo e intingendola nelle sue opinioni personali da indagato, c'è davvero da piangere. Sì, piangere, per tutti quei giornalisti che hanno sacrificato la propria vita per dare una notizia, per la verità e l'informazione.



"In piazza, fra politica e la difesa della dignità della donna", dice Fede con l'espressione corrucciata, quasi come fosse un episodio da condannare. "In difesa della propria dignità, e il governo ha fatto tante cose per difendere la loro dignità": quali, di che parliamo? Sarebbe opportuno indicare almeno una di queste "cose" fatte. "Ma la politica era lì". E allora? Dove sta lo scandalo? La politica si occupa del tema, l'opposizione scende in piazza insieme agli uomini e alle donne che sollevano orgogliosi gli scudi per difendere l'onore di una nazione travolta dal fango del più becero berlusconismo. Non mi pare un delitto, anzi, non fare politica la vedo come un'omissione di soccorso nei confronti di un Paese in agonia.

Ma il bello arriva dopo le rapide indicazioni sul meteo, quando Fede riprende, apparentemente senza alcun motivo ma probabilmente memore di qualche telefonata del network informativo di Palazzo Grazioli, il discorso "donne" e chiosa "Rispetto, eccome, per il ruolo della donna. Ma quando il ruolo della donna diventa, ehm, scelta politica, e allora, ooorhm (o qualcosa di simile), meglio farsi il segno della croce".

Ecco, Fede, sono esattamente questi i motivi per cui le donne italiane si sono mobilitate e sono scese in piazza: il fatto che si intendano politica e donne su due piani diversi, due pianeti che devono rimanere estranei; il fatto che si intenda ancora la donna "sesso debole", quindi facile da strumentalizzare. Come se le donne italiane fossero una categoria farcita di povere stupide che si lasciano usare da questo o quel leader di partito, del tutto prive di autonomia di giudizio.

In pochi secondi, quindi, Fede è riuscito a calpestare per l'ennesima volta l'etica del giornalismo e a offendere l'intelligenza di oltre un milione di italiane e italiani scesi in piazza per chiedere a gran voce le dimissioni del suo "santone".



Non trovo null'altro da aggiungere.

PS: sì, vi assicuro che c'è qualcuno che segue regolarmente il TG4, ne ho le prove...
Darsch
_ chiavi di lettura:politica, governo, informazione, media, televisione

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_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 14.02.2011 alle ore 16:04
Alle persone che si chiedono dov'erano quella folla quando veniva depenalizzato il falso in bilancio, o quando il Berlusca apprezzava Gheddafi, Mubarak e il regime di Lukashenco, o ancora quando corrompeva un giudice comprandosi la Mondadori, o quando <inserirne_un'altra_tra_le_tante> (cosa che mi sono chiesto anche io, non lo nego), propongo una riflessione. Provate a pensare alle possibilità che, appena qualche anno fa, aveva il cittadino comune di informarsi, di sentire più punti di vista e di avere degli strumenti efficaci per ragionare con la propria testa, e poi confrontateli con quelli di adesso. Secondo me è un dato che ha parecchia valenza.
_ Commento di parolesenzasuon _
_ scritto il 15.02.2011 alle ore 11:49
Fede, come altri, mi fa molta tristezza---
se alla sua età ha bisogno di compagnia a pagamento, per esempio
se alla sua età ha bisogno di rinunciare alla propria opinione, per esempio
se alla sua età non si rende conto di come stanno le cose

definirlo giornalista è un insulto, davvero

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