Scrivere una breve recensione di un libro così complesso e dal respiro tanto ampio non è affatto facile. "L'Illusione di Dio" è un'opera incredibilmente
lucida che analizza puntigliosamente la religione e tutto quello che le ruota (e che le ha ruotato) intorno utilizzando come lente d'ingrandimento la ragione e la scienza. E' una sorta di viaggio dalla duplice natura:
introspettivo, perché vi metterà forse per la prima volta in vita vostra davanti alla vera faccia delle vostre eventuali credenze (o di quelle degli altri, se non ne avete), ma anche
grandangolare, perché si spinge in territori e in epoche lontani per offire una visione ancora più dettagliata.
Il libro è indirizzato a chiunque voglia approfondire in maniera intelligente l'argomento, ma credo che il maggior beneficio lo trarrebbero i credenti (anche se è molto difficile smuoverli dalle loro convinzioni) e in generale gli agnostici o le persone che "credono nella credenza", per usare un'espressione cara all'autore. Personalmente ho imparato molto da questo saggio, ho scoperto cose di cui non ero a conoscenza, ne ho approfondite altre e ho trovato una quantità pressoché smisurata di rimandi bibliografici e citazioni interessantissime, ma in particolare ho avuto l'impressione che tutto quello che penso sull'argomento religione, fede e superstizione abbia finalmente preso una forma
netta.
Un amico su Facebook ha espresso efficacemente questo concetto:
Il Gobb
[...] ecco uno che la pensa esattamente come me, nel dettaglio, ma ha una preparazione scientifica di molti ordini di magnitudine migliore e quindi argomenta nella stessa direzione ma con molto più spessore. Educativo, e mi sono sentito meno solo.
Educativo, non posso che concordare, e soprattutto
stimolante. Vi basti dare un'occhiata
al post e alla sfilza di commenti che un pugno di pagine di questo libro ha ispirato.
"L'Illusione di Dio" è sviluppato intorno a tre concetti cardine:
- la
selezione naturale fornisce schiaccianti prove e spiegazioni su quello che ci circonda, sia a livello terrestre che cosmico. Uno dei più grossi errori che vengono fatti è spiegare l'improbabilità della nascita della vita su un pianeta come frutto del caso. E' l'esatto contrario:
un evento estremamente improbabile non può essere spiegato col caso. La vita per come la conosciamo è frutto di milioni di anni di "piccoli passi", da entità semplici a individui sempre più complessi. Ipotizzare che ci sia un creatore di tutte le cose significa ammettere l'esistenza di un essere
più complesso, e quindi più improbabile, di tutto quello che egli stesso dovrebbe aver creato. Il circolo vizioso è palese: chi ha creato, o come si è evoluto, il creatore?
- ai bambini non dovrebbe essere appiccicata l'etichetta religiosa dei genitori, non hanno ancora la facoltà di scegliere con la loro testa, non conoscono le alternative, la loro mente è vulnerabile a qualsiasi cosa gli venga propinata dalla mamma e dal papà.
Non esistono bambini cristiani, ma solo figli di genitori cristiani. Ritengo sia una sorta di violenza nei loro confronti. Per quale motivo non abbiamo alcun problema ad accettare il fatto che i nostri figli si formeranno un'idea politica quando saranno in grado di comprendere davvero il mondo che li circonda, ma non facciamo lo stesso discorso per la religione?
- non c'è nessun tipo di collegamento tra l'essere buoni e moralmente giusti e l'essere religiosi. Gli atei possono condurre una vita felice, tranquilla ed equilibrata come chiunque altro. Mi sono stupito nel venire a conoscenza della discriminazione a cui siamo sottoposti e che spesso ci costringe a tenere nascosta la nostra convinzione, quasi come se ce ne vergognassimo.
Io sono orgoglioso di avere una mente razionale e indipendente.
Wikipedia offre un eccellente quadro di alcuni argomenti che ruotano intorno a questi tre pilastri:
Secondo l'autore la fede religiosa è pericolosa perché può spingere gli uomini a compiere azioni atroci. Dawkins sostiene la tesi del fisico americano Steven Weinberg; secondo cui la religione è un insulto alla dignità dell'uomo, senza di essa ci sarebbero persone buone che compiono buone azioni e cattive persone che compiono cattive azioni; la religione però può fare compiere cattive azioni alle persone buone. Le guerre di religione, le crociate, il tribunale del santo uffizio, le bombe dei kamikaze islamici sono esempi di azioni che hanno creato dolore e sparso sangue. Dawkins si chiede quante persone buone hanno commesso questi omicidi a causa della loro fede religiosa.
Dawkins inoltre risponde a chi sostiene che "Dio deve esistere, perché molti miliardi di persone credono in lui", ricordando che niente diventa vero solo perché qualcuno crede che sia vero. In passato milioni di persone hanno creduto che la terra fosse piatta, dobbiamo forse dedurre che la terra lo fosse davvero?
Nel libro si affronta anche il tema etico, argomentando che i testi sacri non sono alla base dell'etica moderna. In essi ci sono sia episodi edificanti, che episodi contrari all'etica moderna. Chi sostiene che i testi sacri siano di guida dal punto di vista etico sta ignorando questi ultimi episodi. Secondo Dawkins il criterio in base al quale decidere cosa ignorare e cosa no non può essere dedotto dagli stessi testi che li contengono, ma è riconducibile ad idee nuove, cioè ad un processo di modernizzazione che è in corso da secoli e che non è imputabile alle religioni. Fenomeni come l'abolizione della schiavitù, il progresso della democrazia, la condanna della tortura indicano che l'umanità sta maturando dal punto di vista morale. Tuttavia episodi come le uccisioni di medici abortisti e le stragi compiute da fanatici religiosi sembrano indicare che questa maturazione avvenga nonostante l'effetto frenante delle religioni.
Un altro tema su cui l'autore si sofferma è l'immunità di cui godono le religioni. Le religioni sono immuni da qualsiasi critica, nessuno ha il diritto di criticare o porre in dubbio le "verità" di una fede religiosa. Nella nostra società, persino tra gli atei, si è affermata l'idea che sia assolutamente normale muovere obiezioni a chi crede nell'astrologia, negli oroscopi, ma non a chi crede nella nascita di un bambino da una donna non fecondata, nella resurrezione di un uomo morto da tre giorni, nel fatto che la rivoluzione della terra intorno al sole sia stata temporaneamente fermata per consentire la vittoria dell'esercito di Israele ed altri episodi simili. Nel giudicare quanto riportato in un testo sacro non prestiamo alcun ascolto al buon senso, tantomeno alla ragione. Se leggiamo che un dio, offeso da un atto di insubordinazione dell'uomo, decide dopo anni di perdonare l'offesa non ci soffermiamo a riflettere su quanto sia strano che:
* il dio scelga di farsi torturare e crocifiggere, per lavare con il proprio sangue l'offesa che egli stesso ritiene di aver subito, anziché semplicemente comunicare all'uomo che è perdonato;
* il dio scelga di perdonare solo i battezzati, e quindi considerare colpevoli, tra i tanti, anche i bambini morti prima di essere battezzati, e probabilmente quando erano troppo piccoli per compiere qualsiasi peccato.
Chi impedisce a questo dio di scegliere un modo più semplice di perdonare il genere umano? Perché questo dio sceglie la via del masochismo, della sofferenza, della tortura e della morte?
Un libro in grado di aprire la vostra mente, conto di leggerlo almeno una seconda volta. Ve lo consiglio caldamente.
"L'Illusione di Dio" - Richard Dawkins, traduzione di Laura Serra, Mondadori Editore
Il dio presentato nell'Antico Testamento è forse il personaggio più sgradevole di tutta la letteratura: geloso fiero di esserlo, è un castigamatti, meschino, iniquo e spietato; sanguinario istigatore della pulizia etnica; un bullo misogino, omofobo, razzista, infanticida, genocida, figlicida, pestilenziale, megalomane, sadomasochista e maligno secondo il suo capriccio.
"L'Illusione di Dio" - Richard Dawkins, traduzione di Laura Serra, Mondadori Editore
Quando mi è stato chiesto se ero ateo, mi sono divertito a sottolineare che chi mi rivolgeva la domanda era a sua volta ateo nei confronti di Zeus, Apollo, Amon-Ra, Mitra, Baal, Thor, Odino, il vitello d'oro e il Mostro Volante degli Spaghetti. In fondo, sono ateo solo nei confronti di un dio in più.
"L'Illusione di Dio" - Richard Dawkins, traduzione di Laura Serra, Mondadori Editore
La selezione naturale comporta che i bambini tendano a accettare per vero tutto quello che i genitori o familiari più anziani dicano loro. Questo comportamento è finalizzato alla sopravvivenza: si riscontra anche nelle falene che si orientano guardando la luna. La conseguenza indesiderata di questa obbedienza cieca è un'ignavia che rende schiavi degli altri. Da ciò deriva direttamente è la mancanza di barriere critiche nei confronti di mentalità bacate.
"L'Illusione di Dio" - Richard Dawkins, traduzione di Laura Serra, Mondadori Editore
È troppo facile confondere la passione di chi è disposto a cambiare parere con l'integralismo che non cambia mai nulla. I cristiani integralisti si oppongono appassionatamente all'evoluzione, mentre io appassionatamente la sostengo. Passione per passione, parrebbe una condizione di parità. Ma, per citare un aforisma non ricordo di chi, quando si sostengono due opposti punti di vista con uguale forza, non è detto che la verità stia al centro. È possibile che una delle due parti si sbagli; e questo giustifica la passione della parte avversa. Gli integralisti sanno in che cosa credere e sanno che niente farà mai loro cambiare idea. La citazione da Kurt Wise [...] è esemplare: «Se tutte le prove dell'universo andassero contro il creazionismo, sarei stato il primo ad ammetterlo, ma sarei rimasto creazionista perché è quello che la Parola di Dio sembra indicare. E qui io devo collocarmi». Non si sottolineerà mai abbastanza la differenza tra questa appassionata fedeltà alla Bibbia e l'altrettanto appassionata fedeltà dello scienziato alle prove empiriche. L'integralista Kurt Wise afferma che neanche le più schiaccianti prove concrete gli farebbero mai cambiare idea. Il vero scienziato, per quanto «creda» con forza all'evoluzione, sa esattamente che cosa gli farebbe cambiare idea: prove contrarie. Come rispose J. B. S. Haldane quando gli chiesero che cosa avrebbe potuto smentire l'evoluzione: «Conigli fossili nel Precambriano». Mi si permetta di formulare la versione opposta del manifesto di Kurt Wise: «Se tutte le prove dell'universo dimostrassero l'attendibilità del creazionismo, sarei il primo ad ammetterlo e cambierei subito idea. Stando le cose come stanno, tutte le prove disponibili (e ve n'è in abbondanza) sono a favore dell'evoluzionismo. È per questo e solo per questo che lo sostengo con una passione pari a quella dei suoi oppositori. La mia passione si basa sulle prove. La loro, che sfida apertamente l'evidenza, e solo la loro è integralista.