doc Chuck Palahniuk - "Ninna Nanna"
_ scritto il 29.07.2010 alle ore 10:15 _ 6307 letture
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"Ninna Nanna" è un libro piuttosto cupo, ma ad un livello diverso rispetto alle altre opere di Palahniuk che ho letto fino ad ora. E' qualcosa di più subdolo, fa il giro largo grazie ad una discreta dose di simbolismo, accompagnata da una forte presenza di misticismo e surrealtà che non mi aspettavo di trovare, ma che si è rivelata una bella scoperta. La storia scorre piuttosto liscia ed è ricca di particolarità interessanti, come da copione per questo autore. Ma è la metafora di fondo la vera protagonista: un ritratto cinico e spietato sul potere dell'informazione e dei media, sul lavaggio del cervello e la tele-distrazione di massa cui siamo costantemente sottoposti ("Questi silenziofobi. Questi suonodipendenti."), mentre sullo sfondo si staglia la tremenda ipotesi di un mondo soggiogato dal potere della parola, in cui la paura di ascoltare ti attanaglia e ti costringe a fuggire da tutto ciò che è informazione.

Molto riflessivo. Forse un pelino sotto tono rispetto ad altri lavori di Palahniuk, ma sicuramente meritevole.


"Ninna Nanna" - Chuck Palahniuk, traduzione di Matteo Colombo, Mondadori Editore

Il vecchio George Orwell aveva capito tutto, ma al rovescio.
Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello. Il Grande Fratello si dà da fare per tenere viva la tua attenzione in ogni singolo istante di veglia. Fa in modo che tu possa sempre distrarti. Che sia completamente assorbito.




"Ninna Nanna" - Chuck Palahniuk, traduzione di Matteo Colombo, Mondadori Editore

È sorprendente quanto la gente fa in fretta a chiudere la porta sul passato.




"Ninna Nanna" - Chuck Palahniuk, traduzione di Matteo Colombo, Mondadori Editore

E forse non finiamo all'inferno per quello che facciamo. Forse finiamo all'inferno per quello che non facciamo.




"Ninna Nanna" - Chuck Palahniuk, traduzione di Matteo Colombo, Mondadori Editore

Secoli fa, i marinai che intraprendevano lunghi viaggi erano soliti abbandonare su ogni isola deserta a cui approdavano una coppia di maiali. O una coppia di capre. Così facendo, se mai ci fossero ricapitati, avrebbero trovato una scorta di carne. [...]
Alla visita successiva, i marinai sull'isola non trovavano nient'altro che branchi di maiali o greggi di capre. [...]
Ostrica dice: «Vi ricorda niente? Non so, tipo Adamo ed Eva? [...] Vi capita mai di chiedervi quand'è che Dio tornerà sulla terra con una vagonata di salsa barbecue?»

Darsch
_ chiavi di lettura:libri, società, dramma, media, informazione, televisione, chuck palahniuk, recensioni

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_ Commento di Threepwood _ profilo homepage
_ scritto il 29.07.2010 alle ore 13:19
Lo sto leggendo giusto ora, dopo aver concluso Soffocare e Invisible Monsters (Bellissimi).

Prossimo acquisto: Survivor
_ Commento di Lyserjik _ profilo homepage
_ scritto il 29.07.2010 alle ore 18:33
L'ho letto parecchio tempo fa (ma i silenziofobi me li ricordo ancora) e ne rimasi sconcertato. Non era il Palaniuk che conoscevo e avevo imparato ad apprezzare. In realtà, resto tutt'ora confuso a riguardo di questo libro, non ho grossi ricordi nè mi sono restate particolari emozioni, so solo che ci sono passato sopra forse un po' troppo di fretta e non m'è rimasto nulla.
Credo che un giorno gli darà un'altra chance e lo leggerò di nuovo, per adesso ho da finire la pila enorme di libri. Però hai fatto bene a nominarlo, mi hai risvegliato una certa curiosità. :)
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 29.07.2010 alle ore 18:44
Bene, ne sono contento! ^_^
Sì in effetti è un po' fuori dagli schemi rispetto al Palahniuk-pensiero, ma merita parecchio. :)
_ Commento di sephora _
_ scritto il 07.02.2011 alle ore 11:13
Io adoro questo libro!!!!! Quasi quasi lo rileggo....
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 07.02.2011 alle ore 11:31
@sephora - ma sì, direi che è cosa buona e giusta! ;)

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