_ scritto il 27.06.2010 alle ore 13:46 _
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Mentre la gente pensa che il resto del mondo ci prenda in giro per come
siamo usciti dai mondiali, succede che il resto del mondo ci prende davvero in giro, ma per questioni di ben altra importanza e caratura rispetto a un pugno di ultramilionari scoordinati.
Succede che un imputato in un processo di nome
Aldo Brancher - che ha
due condanne (una in appello e una in primo grado) non divenute definitive grazie a depenalizzazione e prescrizione, ma che rimangono comunque condanne - viene nominato Ministro di un dicastero completamente inutile dal Presidente del Consiglio - Attuazione del Federalismo prima, Sussidiarietà e Decentramento poi. Subito dopo aver messo la firma, per una stranissima coincidenza, il neo-Ministro tenta di invocare il
legittimo impedimento per il processo che pende sulla sua testa. Ho usato il verbo "tentare" perché questa mossa è così tanto spudorata da non poter passare inosservata nemmeno nella nostra Italia tele-lobotomizzata. Napolitano
sembra disapprovare la cosa, è scoppiato un putiferio anche tra le fila del PdL e Brancher ha recentemente
rinunciato al legittimo impedimento, ma rimane il grosso interrogativo sul
motivo che ha spinto il Presidente della Repubblica ad accettarne la nomina. Perché non ha espresso prima le sue opinioni in merito? "Le persone si giudicano dalle azioni" è la frase rimbalzata tra un media e l'altro, ma a me sembra che di azioni da poter (e dover) giudicare Brancher ne abbia già fatte a sufficienza prima di diventare Ministro.
Non è la prima volta che mi interrogo sull'operato di Napolitano. Sembra quasi che non voglia sprecare i suoi "no" con questioni di poco conto, conservandoli per i momenti davvero importanti. Ma così facendo non si rischia di aspettare il momento giusto all'infinito, perdendo la dimensione di quello che ci passa sotto al naso?
Barbara Spinelli intervistata sul Fatto di oggi
La squadriglia della morte era composta di uomini scelti, perché erano pronti a tutto, anche a grandi gesti di eroismo, pur di raggiungere l'obiettivo. Però erano talmente preziosi, che il comandante risparmiava loro missioni pericolose. Perché se fossero stati uccisi, non c'erano uomini di ricambio. Risultato: la pattuglia della morte non è mai stata impiegata. Tenuta nella bambagia, lontana dai raffreddori, al riparo da ogni pericolo. E con tutti questi onori, alla fine della guerra non è servita a nulla. A volte il Colle sembra avere questa strategia.