doc Kiva - prestiti al terzo mondo
_ scritto il 24.06.2010 alle ore 13:22 _ 4704 letture
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Vorrei parlarvi di un'interessante iniziativa che ho scoperto da poco (grazie a Lycaone, un mio contatto su Twitter) e che secondo me è tra quelle in grado di dare realmente una mano a chi è meno fortunato di noi.

Kiva è un'organizzazione no-profit la cui missione è quella di alleviare la povertà nelle zone più bisognose (Cambogia, Ecuador, Guatemala, Kenya, Filippine, solo per fare qualche esempio) attraverso dei prestiti.
Il meccanismo è molto semplice e, al tempo stesso, efficace.

1- Kiva instaura un rapporto con istituzioni di micro-finanza già presenti sul posto (chiamati Field Partner). Queste organizzazioni servono a facilitare i prestiti che Kiva distribuisce sul territorio, e rappresentano un contatto diretto molto solido, perché conoscono le realtà e gli imprenditori locali che vorrebbero avviare un'attività.

2- I Field Partner concedono un prestito non appena ce n'è bisogno, poi raccolgono informazioni, dettagli e materiale fotografico sull'attività che hanno finanziato, la elaborano e traducono (se necessario) e la inseriscono nel database del sito, in modo che sia visibile a tutti.

3- I prestatori (ovvero noi, gente comune che vuole dare una mano a queste persone) navigano nel sito e scelgono l'attività che preferiscono finanziare. L'ammontare di denaro che è possibile versare va da un minimo di 25$ fino all'intera somma del prestito. Kiva raccoglie tutti i fondi provenienti dai prestatori e li trasferisce ai Field Partner.

4- I Partner utilizzano i fondi per recuperare i prestiti che hanno già versato agli imprenditori.

5- A questo punto i Field Partner raccolgono i rimborsi dei prestiti dagli imprenditori, unitamente a eventuali interessi maturati, e informano direttamente Kiva nel caso in cui un imprenditore non abbia rispettato una scadenza. I tassi di interesse sono fissati dagli stessi Partner e servono a coprire i costi operativi. Kiva non applica interessi, essendo un'organizzazione no-profit.

6- Kiva provvede a rimborsare i prestatori con l'esatto ammontare da loro versato. I prestatori possono decidere di ri-assegnare quella somma ad un altro imprenditore, donarla a Kiva (per coprire le spese operative) o prelevarla tramite PayPal.


Ecco un semplice schema che illustra l'intero meccanismo:

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Al momento non sono in grado, ma in futuro conto di dare anche io il mio contributo.
Darsch
_ chiavi di lettura:economia, lavoro

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_ Commento di Lyserjik _ profilo homepage
_ scritto il 24.06.2010 alle ore 13:37
Iniziativa molto interessante anche se, quando ci sono di mezzo finanziamenti ed enti intermediari, la cosa mi puzza sempre un po', soprattutto all'estero, ma questa diffidenza è un mio difetto comportamentale di default.
_ Commento di albyok _ profilo homepage
_ scritto il 24.06.2010 alle ore 13:43
E pensare che se non ci fosse quel mondo di lusso sfrenato, stipendi assurdi, calciatori, puttane e chi più ne ha, più ne metta, e quei soldi che guadagnano potessero essere distribuiti per la VITA, non ci sarebbe bisogno che una persona come te debba aprire il portafoglio e scucire il cash.
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 26.06.2010 alle ore 23:48
@Lyserjik - in realtà, da quello che ho capito, gli intermediari sono istituti di credito e micro-credito esistenti e radicati nel territorio, quindi di cui la gente già si fida. Kiva semplicemente finanzia loro in modo che possano permettersi di allargare il loro raggio d'azione grazie al nostro contributo.
La diffidenza che hai è comunque giustificata, se ne sentono di tutti i colori, e la capacità di approfittarsi dei più deboli è molto ben sviluppata in taluni individui. In questo caso però sembra tutto abbastanza genuino, almeno all'apparenza...

@albyok - già, per certi versi io questo mondo non lo capisco proprio più.

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