_ scritto il 14.12.2009 alle ore 14:59 _
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Qualcuno dovrebbe spiegare ad Alfano e Maroni che gli eccellenti risultati conseguiti nella lotta alla mafia da questo governo - coronati di recente con l'arresto dei due boss Nicchi e Fidanzati, e di cui si vanno vantando a destra e a manca (giustamente, per carità) - sono stati possibili anche grazie alla vigente disciplina che regola le intercettazioni telefoniche. Disciplina che è seriamente minacciata da un
decreto che probabilmente si trasformerà in legge, come sappiamo bene, ma che viene bersagliata anche in maniera un po' più
subdola.
Nella
Finanziara 2010, infatti, il governo ha inserito una modifica delle
tabelle di bilancio del Ministero della Giustizia che a quanto pare limiterebbero, con un tetto massimo non ancora quantificato, le
spese per le intercettazioni telefoniche. In parole povere: il pm, prima di dare inizio ad un'indagine che presume possa avvalersi dello strumento delle intercettazioni, dovrà prima di tutto chiedersi se dispone di un budget sufficiente (che è assurdo anche solo da pensare, secondo me, e infatti attualmente non ci sono limiti). Il che vuol dire, in pratica,
rinunciare automaticamente a tutte quelle indagini per cui si prevede una spesa sostanziosa, o a
interrompere quelle in corso che stanno durando più tempo del previsto (magari proprio perché vanno nella direzione giusta).
E andiamo avanti...