_ scritto il 07.01.2008 alle ore 11:06 _
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Stamattina ero come al solito sull'autobus per andare al lavoro, e arrivata la mia fermata mi apprestavo a scendere. Lateralmente, con la coda dell'occhio, vedo una figura femminile che si avvicina all'uscita, così per istinto mi fermo e la faccio passare. Lo faccio sempre, mi viene automatico ormai: mi capita in generale per indole personale, figuriamoci nei confronti del gentil sesso. Ebbene per un momento ho avuto l'impressione che in questo caso la persona che ho lasciato passare si fosse irrigidita, come se avessi qualche strano secondo fine per lasciarla scendere prima di me (rubargli la borsa? guardargli il sedere? pedinarla?).
Si dice che non esiste più la cavalleria e che gli atti di gentilezza, specialmente verso le donne anziane o in dolce attesa, sono ormai una rarità. Ma non è che forse viviamo ormai in un mondo talmente marcio da indurci a dubitare e guardare da tutt'altra angolazione anche i gesti partoriti con totale e limpida sincerità? Chissà quante altre volte sono stato guardato con sospetto quando, ad esempio, all'ingresso di un negozio mi sono fermato per far passare qualcuno o mi sono offerto di portare il bagaglio pesante di un'affaticata signora su per le scale all'uscita della Metro.
Io lo so che al giorno d'oggi è davvero difficile fidarsi di qualcuno, ma secondo me vale ancora la pena porsi in maniera positiva di fronte a questo genere di gesti in un primo momento. Ovviamente dipende dalla situazione, ma nella stragrande maggioranza dei casi non c'è alcuna controindicazione nell'apprezzare un sincero atto di gentilezza. Facciamola riaffiorare questa cavalleria tanto compianta... perché è lì, vi assicuro che c'è. ;)