doc [Campagna "Al di là delle Ombre"] Sessione 11
_ scritto il 10.01.2006 alle ore 21:00 _ 3329 letture
Quello che segue è tratto da diari e appunti degli altri partecipanti alla sessione gdr.


Dal diario di Ashley

Sono le cinque di mattina del 3 febbraio, quando mi sveglio nella mia cella dopo una notte estremamente agitata ed insonne. Il pensiero che oggi si può decidere della mia vita mi assilla. Nel pomeriggio infatti si terrà il processo,e forse non avremo più possibilità per salvarci. Sono comunque intenzionato a non darmi per vinto. Mi accorgo che anche gli altri sono svegli, e per quanto proviamo non riusciamo più a prender sonno. Aspettiamo così le otto, quando ci portano fuori per l'ora d'aria. Appena usciti cerchiamo il biondo che ci deve aiutare ad evadere; ha la faccia tumefatta segno evidente che è stato malmenato. L'amico di colore ci dice che è stato ridotto così a causa nostra. John va a vedere se sul muretto c'è il pacchetto del plastico che aspettavamo. Fortunatamente è arrivato puntuale,e quindi piazza la carica. Noi continuiamo a parlare con il tizio di colore, per capire se comunque è intenzionato a scappare con noi; lui è titubante ha paura di finire male e ci deve pensare. Nel frattempo ci accorgiamo che ci sono altri detenuti che ci guardano.Vado a parlargli per capire cosa hanno in mente, e loro mi dicono che anche loro vogliono partecipare alla fuga. Gli dico di tenersi pronti appena cominciano i fuochi d'artificio. Loro si sbottonano e riesco a sapere che dietro al muro su cui abbiamo piazzato il plastico ci sono altri 300 metri di piazzale prima di arrivare alla recinzione con il filo spinato probabilmente percorso dall'alta tensione. Ci avviciniamo al muro e ci teniamo pronti. Joey si accorge che alcuni detenuti ci guardano sospettosi e li sente fare il nome di Jason Parker. Si avvicina per chiedere spiegazioni, ma quelli lo mettono in mezzo e gli assestano un colpo. Joey prova a comandarsela ma poi capisce che è meglio allontanarsi, altrimenti al processo manco ci arriva. Finalmente ha trovato qualcuno che gli ha passato la sveglia. Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Alle 8 e 45 scatta l'ora x e John fa esplodere la carica. Una espolsione tremenda annuncia al mondo la fine della nostra prigionia! Ci facciamo strada attraverso la nebbia che ha sollevato l'esplosione e sorpassiamo il muro ormai aperto. L'adrenalina è a mille, finalmente mi sento libero di agire e provo un immenso piacere pensando ai bastardi che ci volevano fare fuori. Nello spiazzo davanti a noi ci sono alcuni inservienti e delle camionette militari. Ecco il mezzo che ci porterà verso la libertà. Corro verso una camionetta, mentre grido agli altri di venirmi dietro. La confusione è totale, i detenuti si accalcano uno sull'altro e John non si vede in giro; probabilmente è rimasto immerso nella nebbia. Salgo sulla camionetta e metto in moto. Joey e Yoshi e il tizio di colore sono con me. Parto a razzo per scrollarmi di dosso un bel po' di gente che mi si è appiccicata addosso. Mi dirigo a manetta verso la recinzione e la prendo in pieno. L'impatto è violento, la camionetta traballa ma con la mia abilità di guida la tengo in piedi. Siamo fuori e cosa più importante SIAMO LIBERI! Mi fermo un attimo e vedo finalmente John che arriva con calma, si ferma e si accende una sigaretta; ce ne ha messo di tempo cavolo. Parto a razzo, mentre le urla si confondono con il rumore delle sirene di allarme. Dopo pochi isolati abbandoniamo la camionetta e rubiamo una macchina, riprendendo così una sana tradizione che negli ultimi giorni era venuta meno. Il tizio di colore, che si chiama Jo si offre di darci protezione e ci porta in un quartiere malfamato. Ci nasconde in un garage, dove ci accoglie un vecchietto di colore. Mi sento a casa. Ci riposiamo tutto il giorno e restiamo nascosti. Il giorno dopo arriva il biondo. Parliamo insieme; loro non sanno molto di Parker e noi gli diciamo quello che sappiamo. Pensiamo di fare un blitz nella fabbrica e loro vogliono partecipare alla festa. Cominciano a modificare la macchina. John esce e va a fare spesa di armi ed esplosivi dal suo amico russo. Io accompagno Yoshi a casa sua, per prendere soldi e chiavi della moto. Poi andiamo a comprare dei kit medici ed una nuova Katana. Infine riprendiamo la sua moto e torniamo al garage. Tutto è pronto per quello che potrebbe essere l'ultimo atto di questa storia. Con la macchina acchittata ci dirigiamo alla fabbrica. Entriamo dalla parte dei laboratori dove ci hanno catturato, ma non c'è nessuno. Notiamo un elevatore vicino. Lo prendiamo e ci porta giù in un corridoio dove si trovano diverse porte. In una stanza John trova su un computer delle notizie su relazioni tra questa fabbrica e l'ospedale. In un'altra stanza ci sono dei letti sfatti. Poi troviamo una porta protetta da un campo di forza. Continuiamo e troviamo una porta blindata. Proviamo ad aprirla, ma scatta un allarme e le luci nei corridoi diventano rosse. Proseguiamo e in un'altra stanza troviamo due tizi in camice che stanno lavorando su dei computer. Appena ci vedono tirano fuori le pistole e cominciano a sparare. John ne fa fuori uno e Yoshi l'altro. Nella stanza ci sono due cilindri che contengono un liquido azzurrognolo e sul fondo intravedo quello che sembra essere un embrione. Sui computer ci sono dei grafici che stanno monitorando delle funzioni vitali.

Darsch
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