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_ scritto il 28.03.2025 alle ore 10:10 _ 124 letture
Vi consiglio questo video dell'eccellente canale Kurzgesagt – In a Nutshell, che affronta in modo brillante e accessibile il tema della percezione sensoriale, dei suoi inevitabili limiti fisici e delle profonde implicazioni sul concetto stesso di "presente".
Qui sotto trovate, come sempre, un riassunto generato dall'IA.
Introduzione
Spesso diamo per scontato che ciò che vediamo, sentiamo e proviamo sia una rappresentazione fedele della realtà. Ma la neuroscienza ci rivela un quadro sorprendentemente diverso: il cervello è un abile illusionista, che costruisce la nostra esperienza soggettiva del mondo, editandola, predicendola e persino creandola in anticipo.
La visione come costruzione cerebrale
La vista è la nostra principale fonte d'informazione sul mondo esterno, ma in realtà solo una piccola porzione del nostro campo visivo è nitida. I nostri occhi compiono movimenti rapidi, detti saccadi, circa 3-4 volte al secondo, durante i quali la vista è effettivamente interrotta. Il cervello "copre" queste pause con ipotesi basate sull'ambiente, facendoci vivere un'esperienza visiva coerente e continua.
Vivere nel passato (e nel futuro)
Ogni percezione è in realtà un insieme di segnali ricevuti in tempi diversi: la luce, il suono, il calore arrivano e vengono processati a velocità differenti. Il cervello sincronizza queste informazioni, creando un "presente" che in realtà è un'elaborazione del passato. Ma nei casi in cui è necessaria una risposta rapida, come nello sport, il cervello non si limita a interpretare il passato: prevede il futuro.
Predizione e molteplicità del sé
In sport veloci come il ping pong, il cervello calcola dove si troverà l'oggetto in futuro e crea una versione fittizia della realtà. Inoltre, elabora risposte motorie multiple simultaneamente, scegliendo in tempo reale quella più adatta. Questo meccanismo predittivo si applica anche alle azioni quotidiane come camminare, dove il cervello anticipa i passi e reagisce agli imprevisti prima ancora che ne siamo consapevoli.
Emozioni e percezione corporea come previsioni
Anche le emozioni e le sensazioni corporee sono basate su predizioni. La fame, la stanchezza o l'ansia emergono perché il cervello si aspetta che le proveremo in un dato momento, in base all'esperienza e all'abitudine. Così facendo, le sensazioni si autoavverano, rinforzando la previsione.
Il ruolo della coscienza
La coscienza non è il centro di comando, ma piuttosto il narratore della nostra esperienza. Non decide ogni singola azione, ma osserva, interpreta e costruisce la narrazione della nostra identità. Grazie alla sua capacità di pianificazione e riflessione, può modificare le previsioni del cervello e contribuire a costruire una nuova realtà.
Conclusione
L'essere umano non vive nella realtà oggettiva, ma in una realtà filtrata e predetta dal proprio cervello. Comprendere questo ci aiuta a vedere le emozioni, i pensieri e le percezioni non come reazioni passive, ma come atti attivi di costruzione e previsione del mondo.
Questo post è stato arricchito con il supporto di strumenti di Intelligenza Artificiale.
"Quelli che sui mezzi pubblici pieni zeppi di gente non si tolgono i loro fottuti zainetti voluminosi mi smuovono istinti ancestrali sopiti." - @Darsch
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