doc Il valore della verità nell'era della disinformazione
_ scritto il 01.02.2025 alle ore 10:00 _ 34 letture
img


Mi sono reso conto che è da un po' di tempo che non mi lancio in una delle mie dissertazioni pseudo-seriose sullo stato della comunicazione pubblica e su quel curioso fenomeno che chiamerei "libertà di confondere le idee". Sì, perché negli ultimi anni ho avuto modo di osservare un certo tipo di personaggio – chiamiamolo il Narratore delle Verità Alternative – che riesce a trasformare una platea di spettatori in una folla adorante, armato solo di qualche slogan ben studiato, dati decontestualizzati e, ovviamente, una buona dose di autocompiacimento.

Avete presente, no? Quello che, senza battere ciglio, nega cose tipo il riscaldamento globale o l'importanza dei vaccini, sfoggiando una sicurezza degna di chi ha passato anni sui libri. Ed ecco che la frase "l'ho letto su Internet" è diventata l'equivalente moderno di "lo ha detto la maestra", con la differenza che la maestra, di solito, sapeva di cosa parlava.

Ma il bello di questi Narratori è che, purtroppo per noi, hanno capito perfettamente come funzionano le regole del gioco. La verità è complessa, la bugia è facile. Tu arrivi con un argomento ben strutturato, pieno di grafici, ricerche e articoli peer-reviewed, e lui ti abbatte con un "Sì, ma non è vero. Lo dice questo studio che ho trovato su questa rivista [di cui nessuno ha mai sentito parlare]". E mentre tu cerchi di spiegare perché la sua "fonte" ha la stessa credibilità scientifica di un biglietto dei Baci Perugina, il pubblico ha già perso interesse. Perché? Perché la verità è noiosa e, soprattutto, richiede impegno, mentre la menzogna ben confezionata è un ottimo intrattenimento.

E non finisce qui. Il Narratore delle Verità Alternative ha una missione: confortare gli animi. Perché, ammettiamolo, a nessuno piace sentirsi dire che deve rinunciare a qualcosa per il bene comune. È molto più semplice credere a chi ti dice che puoi continuare a vivere come hai sempre fatto, senza sensi di colpa. "Il cambiamento climatico? Una bufala per rubarti i soldi con le tasse. I vaccini? Una cospirazione delle case farmaceutiche. La Terra? Piatta, ovviamente." Ed ecco che il pubblico si sente rassicurato, sollevato, e magari anche un po' più furbo, perché ora sa "la verità che loro non vogliono che tu sappia".

Va bene Darsch, ma noi che crediamo ancora nel valore del ragionamento e del dibattito costruttivo cosa possiamo fare? Combattere un'idea falsa con una vera è come cercare di prosciugare il mare con un cucchiaino. Non funziona. Ci restano due opzioni: educare – e qui parlo di un'educazione che insegni a riconoscere gli strumenti della disinformazione e a sviluppare il pensiero critico – oppure ignorarli e continuare a lavorare sodo per diffondere una comunicazione scientifica che sia chiara, onesta e accessibile.

Perché, in fondo, il problema non è tanto la libertà di parola. Il problema è che sempre più persone confondono la libertà con l'anarchia dell'informazione, credendo che ogni opinione abbia lo stesso valore, anche quando si tratta di un'emerita stronzata. E allora mi viene da chiedere: siamo davvero "liberi" di negare la realtà, a volte addirittura a scapito del futuro dei nostri figli?

Rifletteteci. E magari, la prossima volta che vi imbattete in un Narratore delle Verità Alternative, non arrabbiatevi. Sorridete, fate un respiro profondo e, se proprio non riuscite a ignorarlo, rispondete con una battuta. Tanto, se c'è una cosa che questi personaggi non sanno gestire, è l'ironia.
Questo post è stato arricchito con il supporto di strumenti di Intelligenza Artificiale.
Darsch
_ chiavi di lettura:disinformazione, complottismo, scienza, argomentazione, salute, clima, vaccini

_ potrebbero interessarti


_ Commento di 80picconi _
_ scritto il 01.02.2025 alle ore 14:29
Da quali studi scientifici cartacei, non web, dato che lo disprezzi, trai il dato di fatto che i personaggi di cui tratti sono sprovvisti di ironia?
_ Commento di Darsch _ profilo
_ scritto il 01.02.2025 alle ore 16:08
@80picconi
Premetto che la parte finale del post era più che altro una mia riflessione personale, dettata dall’osservazione di come reagiscono alcuni personaggi quando si controbatte alle loro teorie con ironia.

Quello che noto (e che è condiviso da diversi articoli che ho letto nel corso degli anni) è che ci sono tratti comuni alle persone inclini al negazionismo: pensiero prettamente letterale, ridotta sensibilità al sarcasmo, difficoltà nel riconoscere la satira, tendenza al pensiero intuitivo rispetto a quello analitico, diffidenza verso l’ambiguità, senso di vittimismo e paranoia.

Qualche piccolo spunto di approfondimento:

- https://www.universuljuridic.ro/wp-content/uploads/2024/12/33-54.pdf

- https://www.argumenta.org/wp-content/uploads/2018/05/7-Argumenta-Kurtis-Hagen-Conspiracy-Theorists-and-Monological-Beliefs-Systems-BIS.pdf

- https://via.library.depaul.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1489&context=csh_etd

- https://rcommunicationr.org/index.php/rcr/article/download/10/3

- https://journals.sagepub.com/doi/full/10.1177/0261927X211044789

- https://journals.sagepub.com/doi/pdf/10.1177/0963721417718261


PS: io adoro il web, dove avrei detto che lo disprezzo? 🤔

commenta

_ Puoi inviare un commento libero oppure accedere o registrarti per avere un tuo profilo e sfruttare appieno le funzionalità del sito.

Accedi al sito o registrati

TOP
Utenti online: 17 ospiti
Utenti più attivi del mese: MrAllThings (3)
Ultimi utenti registrati: MrAllThings, Dieghetto, Metalliazzurri, picolee90, ALE86
Visite univoche ai post da dic. 2007: 8.329.607
Post totali: 2717
Commenti totali: 7103
RSS Articoli
RSS Commenti
© darsch.it [2007-2025] _ sviluppato e gestito da Simone Fracassa _ Cookie policy

Questo blog viene aggiornato senza alcuna periodicità e la frequenza degli articoli non è prestabilita, non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale o una testata giornalistica ai sensi della legge n. 62 del 07/03/2001.

I contenuti di questo blog sono rilasciati sotto Licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia, ad eccezione dei box 'citazione' o dove diversamente specificato. I commenti degli utenti sono di loro esclusiva proprietà e responsabilità.
Creative Commons License RSS 2.0 Valid XHTML 1.0