Da un paio d'anni mi sono messo a pensare all'aria che respiriamo dentro casa o in ufficio. Sì, perché passiamo ore e ore tra queste quattro mura e magari non ci rendiamo conto che l'aria può diventare un po', come dire, pesante. Non parlo solo di odori strani o polvere, ma di qualcosa di più invisibile: la cara vecchia
anidride carbonica, la CO2 per gli amici.
Ora, lungi da me trasformarmi in uno scienziato con manie un po' esagerate, ma pare che livelli elevati di CO2 in casa possano giocare brutti scherzi al nostro benessere. Avete presente quella sensazione di stanchezza che arriva all'improvviso o quel mal di testa senza un perché? Ecco, potrebbe essere colpa dell'accumulo di CO2 quando non arieggiamo a dovere.
A tal proposito non posso esimermi dal fare una piccola parentesi relativa alla nostra mania tutta italiana per i "colpi d'aria". Sì, proprio quella convinzione, soprattutto tra le vecchie generazioni, che un po' di aria fresca possa farci ammalare all'istante. Quante volte abbiamo sentito
"Chiudi quella finestra che ti prende la cervicale!" o
"Non aprire la porta, che c'è corrente!"? Questa paura del freddo e delle correnti d'aria finisce per tenerci chiusi in casa con l'aria stantia, specialmente in inverno. E intanto la CO2 ringrazia e sale senza freni. Forse è il caso di rivedere queste vecchie credenze e accettare che un po' di aria fresca non ha mai ucciso nessuno. Anzi, potrebbe aiutarci a respirare meglio, a sentirci più energici e anche ad evitare la concentrazione di agenti patogeni (quelli, sì, davvero responsabili di malattie respiratorie e raffreddori). Quindi, la prossima volta che vi dicono di non aprire le finestre perché "fa freddo", sapete cosa rispondere!
La letteratura scientifica (di cui trovate qualche esempio in calce all'articolo) ci dice che superare le
1000 ppm (parti per milione) di CO2 non è proprio una genialata. Si rischia di sentirsi affaticati, di perdere la concentrazione e, se esageriamo, potremmo addirittura avere problemi respiratori. Insomma, niente di buono.
Senza contare poi la questione della notte. Pensateci un attimo: passiamo 7-8 ore filate nella stessa stanza, spesso con le finestre ben chiuse (soprattutto d'inverno, quando fuori fa freddo). E vogliamo parlare delle camere dei bambini o dei ragazzi, che a volte sembrano fortezze inespugnabili perché
"signora mia, così si mantengono belle calde"? L'aria dentro quelle stanze diventa sempre più pesante, e la CO2 sale senza che ce ne accorgiamo. Non c'è da meravigliarsi se al mattino ci svegliamo un po' intontiti o con quel leggero mal di testa. Forse sarebbe il caso di pensare a un piccolo ricambio d'aria anche durante la notte. Non dico di dormire con le finestre spalancate (a meno che non vogliate svegliarvi come pinguini), ma magari lasciare uno spiraglio o trovare qualche altro trucco per far circolare l'aria. Alla fine anche il sonno ne beneficerà e ci sveglieremo più freschi e riposati.
Mio figlio, per esempio, ha delle esigenze molto particolari in quanto disabile grave e deve dormire in una stanza chiusa. Da quando mi interesso a questo tema, ho acquistato un
sensore remoto di qualità dell'aria per monitorarne i parametri in qualsiasi momento senza dover entrare nella sua stanza. Ebbene, già dopo poche ore la concentrazione di CO2 saliva oltre le 1500 ppm, e la mattina dopo arrivava addirittura a 2000-2500.
Abbiamo quindi lasciato un po' socchiusa quella del bagno adiacente e tenuto la serranda leggermente aperta in modo che entrasse un minimo di ricambio dall'esterno. Da quel momento i valori sono tornati stabilmente tra 1000 e 1500 ppm, e ora che fa più freddo (aumentando quindi la differenza di temperatura tra esterno e interno e quindi la movimentazione dell'aria che favorisce il ricircolo) addirittura sotto le 1000.
Non voglio farla più grave di quello che è. La soluzione è più semplice di quanto sembri: apriamo quelle benedette finestre! Un po' di aria fresca non ha mai fatto male a nessuno, anzi. Se poi vogliamo fare i sofisticati, possiamo pensare a qualche pianta che aiuti a purificare l'aria o magari installare un sistema di ventilazione. Ma già il semplice gesto di far circolare l'aria può fare la differenza.
Alt, fermi tutti, già vi vedo pronti a scrivere tra i commenti:
"Ehi Darsch, le piante in camera da letto non vanno messe, è pericoloso!!1!!1". Ecco, no, anche quella è una credenza ormai ampiamente smontata. È vero, le piante, quando non c'è luce, smettono di fare la fotosintesi e continuano a "respirare" rilasciando una piccola quantità di CO2. Ma questa è davvero minima, soprattutto se paragonata a quella che emettiamo noi umani mentre dormiamo, quindi non abbiate timore. Tuttavia, se proprio continuate ad essere scettici, sappiate che alcune piante come la
Sansevieria (la famosa "lingua di suocera") o le
orchidee hanno la particolarità di assorbire CO2 e rilasciare ossigeno proprio durante la notte.
Per concludere, visto che mi interesso della questione da qualche anno, posso consigliarvi un ottimo sensore di CO2 compatto, tecnologicamente molto affidabile (utilizza sensori NDIR di qualità), ben progettato e con schermo e-ink:
zAlps Eco2.
Direi che per oggi ho blaterato abbastanza. Se vi va, raccontatemi come gestite il ricambio d'aria nelle vostre case. Magari scopro qualche trucco nuovo e, chissà, potremmo tutti respirare un po' meglio!
Letteratura scientifica
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Satish et al. (2012): Questo studio ha dimostrato che livelli di CO2 indoor superiori a 1000 ppm possono ridurre significativamente le prestazioni decisionali e cognitive degli individui. A 2500 ppm, gli effetti negativi erano ancora più pronunciati.
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Jacobson et al. (2019): Questo studio ha mostrato che esposizioni croniche a livelli di CO2 superiori a 1000 ppm possono portare a riduzioni delle capacità cognitive, infiammazione e altri problemi di salute.
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Azuma et al. (2018): Una revisione degli effetti del CO2 a concentrazioni di 1000 ppm e oltre ha mostrato impatti negativi sulle capacità cognitive e sui sintomi respiratori nei bambini esposti a tali livelli in ambienti chiusi.
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Allen et al. (2016): Questo studio ha evidenziato che livelli elevati di CO2 (fino a 1000 ppm) in edifici "convenzionali" influenzano negativamente la funzione cognitiva e il benessere degli occupanti, supportando la necessità di una migliore ventilazione.
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Wu et al. (2021): Un esperimento in una sala riunioni ha mostrato che alti livelli di CO2 (>800 ppm) influiscono negativamente sulla soddisfazione degli occupanti e sulla loro produttività lavorativa.