_ scritto il 14.12.2007 alle ore 11:07 _
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Da appassionato di tecnologia non posso, per natura, evitare di rimanere stupito e affascinato dinnanzi ai nuovi e continui progressi nei più disparati campi. Ultimamente mi hanno colpito un paio di cose.
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Caricabatterie universale - si tratta di una specie di "piattaforma" rigida, collegata alla rete elettrica, in grado di trasmettere senza l'ausilio di alcun filo l'energia utilizzata per ricaricare gli apparecchi che vi si poggiano sopra. Una tecnologia simile era allo studio da molto tempo, e qualche applicazione la troviamo già in circolazione, ma in questo caso si tratterebbe di un sistema universale. Questo implicherebbe la possibilità di collocare sulla sua superficie apparecchiature di diverso voltaggio, creando di fatto un caricabatterie wireless universale.
Quello che mi chiedo è: ma se alla fine il tutto si riduce ad un aggeggio collegato a un filo elettrico alla presa della luce, non è meglio muoversi nella direzione di un caricabatterie
unico e universale da condividere tra le varie marche e modelli di cellulari, fotocamere, e altri apparecchi elettronici? E' tanto difficile? Pare di sì ... anche perché, se ci fosse un solo standard, come farebbero a propinarci decine di costosissimi accessori esterni proprietari? ...
Ulteriori informazioni
a questo indirizzo.
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Fascio sonoro direzionabile in un solo punto - la tecnologia è chiamata "audiospotlight" e consiste, in sintesi, nel concentrare un fascio sonoro in un preciso punto di un ambiente (chiuso o aperto) in modo che i suoni vengano percepiti solo in quella zona specifica, e risultino totalmente non udibili altrove. Le applicazioni sono molteplici, e tutte molto interessanti, ma ovviamente c'è sempre il lato meno simpatico della medaglia. Se infatti questo tipo di tecnologia potrebbe rivelarsi estremamente interessante, ad esempio, in un museo (mi avvicino ad un quadro e sento le informazioni ad esso relative, senza intereferenze dalle altre eventuali sorgenti sonore nella stanza), qualcuno ha già pensato di sfruttarla in altri ambiti. Per pubblicizzare la nuova serie televisiva "Paranormal State" a Manhattan è stato infatti allestito un punto di diffusione sonora che sfrutta la suddetta tecnologia. Il risultato è che, attraversando il fascio sonoro, si sentono delle "voci" che danno l'impressione di provenire dalla nostra testa. Inquietante, perché se ne potrebbe abusare e, non so a voi, ma l'idea di girare per strada e voltarmi ogni 5 minuti perché sento le voci, non è che mi stuzzichi poi tantissimo. Non nascondo però che la tecnologia mi affascina parecchio. Se volete approfondire, ecco l'indirizzo del sito della
Holosonic, l'azienda che ha sviluppato questa tecnologia.