_ scritto il 27.01.2014 alle ore 11:15 _
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17/12/2013 - 09/01/2014
Il viaggio è andato liscio come l'olio. Abbiamo raggiunto la città sepolta senza grosse difficoltà, era esattamente nel punto in cui la Strega del Meriggio ci aveva detto che l'avremmo trovata: sotto al Corno del Demone.
La parte sepolta di Kaddak si stagliava dinnanzi a noi, nel silenzio e nella penombra dell'immensa grotta che la conteneva. Ad una prima occhiata sembrava completamente desolata e disabitata. Strati di polvere e terra depositati ovunque, edifici fatiscenti e strade diroccate. La forma e la struttura della città, tuttavia, erano preservate, e camminando per quelle vie si riusciva quasi a vedere la vita passata sovrapporsi e scorrere davanti ai tuoi occhi. Una fontana prendeva improvvisamente vita, con alti spruzzi e bambini che giocavano al suo interno; una finestra si spalancava per mostrare il gioioso viso di una donna che urlava qualcosa di indefinito; il sole tramontava in lontananza tingendo le strade di rosso e proiettandovi le ombre degli edifici più alti. Poi per un qualsiasi motivo tornavi a mettere a fuoco la realtà e la bolla di sapone scoppiava, lasciandoti con la desolazione e la puzza di muffa e polvere.
Non ci è voluto molto per capire che non eravamo affatto da soli. Ci siamo imbattuti in un cubo gelatinoso di ragguardevoli dimensioni, che abbiamo accuratamente evitato, e siamo stati attaccati da strane creature alate che continuavano ad aumentare di numero e che ci hanno costretto ad una ritirata all'interno delle numerose costruzioni. Cercando di attirare la minor quantità di attenzione possibile, ci siamo messi in cerca della biblioteca e l'abbiamo trovata in tempi piuttosto brevi. Era un edificio massiccio e lungo parecchie decine di metri, con alte finestre ed architettura slanciata e spigolosa. Nell'avvicinarci alle immense porte di ingresso un nutrito stormo di creature alate si è alzato in volo ed ha iniziato a dirigersi verso la nostra direzione. Si trattava di centinaia di creature, troppe anche per noi, per questo siamo corsi all'interno e abbiamo cercato di chiudere le porte. Purtroppo le ante erano troppo pesanti, ma proprio quando iniziavamo a temere il peggio, dalle nostre spalle è spuntato un simpatico signore che ha chiuso le porte con un gesto della mano e, mentre ci apostrofava con irripetibili epiteti e ci intimava di fare silenzio, ha spazzato via 4 creature che erano riuscite a sgattaiolare all'interno con una poderosa palla di fuoco.
Troppo stupiti per fiatare, l'abbiamo seguito fino ad una zona che aveva tutta l'aria di essere il suo rifugio. Dalla successiva conversazione è venuto fuori che quello era niente meno che Asmus, l'amico che la Strega ci aveva chiesto di cercare, e che si era stabilmente trasferito lì sotto da circa 40 anni per studiare i numerosissimi libri presenti nella biblioteca. Le nostre facce dovevano essere molto eloquenti, perché si è immediatamente affrettato a specificare che i volumi contenuti negli scaffali per essere letti andavano prima "domati", e che per quelli più restii occorrevano addirittura mesi o anni. Sembrava un tipo a posto, per questo gli abbiamo chiesto se, nelle sue approfondite ricerche, si era per caso imbattuto in qualche informazione sulla spada che stavamo cercando. Ci ha risposto affermativamente e che ne avrebbe parlato l'indomani, dopo aver riposato un po'.
Durante la serata (lì sotto le fasi della giornata erano scandite soltanto da bisogni primari quali la fame e il sonno) ho chiesto ad Asmus se poteva aiutarmi con la maledizione che mi era stata scagliata contro da un demone qualche giorno prima e che mi rendeva impacciata e molto lenta nei movimenti. Ha risposto di sì, ma a patto che facessi da modella per alcuni dipinti che aveva intenzione di realizzare. Accettai controvoglia, solo per scoprire che l'aiuto che mi aveva offerto implicava la divisione della maledizione su tutti i membri del gruppo. La cosa era forse più controproducente rispetto alla forma originale, per questo motivo abbiamo deciso di rifiutare.
Il giorno dopo, grazie ad un incantesimo che ci permetteva di muoverci in totale silenzio all'interno della biblioteca, abbiamo esplorato alcune stanze e ci si siamo diretti allo scaffale che conteneva il libro che poteva interessarci. Una volta aperto abbiamo trovato un capitolo che parlava proprio della spada.
Dal diario del Master
Avete trovato un tomo di leggende sul DRAGUL GARAK, che contiene dettagli sulla nascita di questo ordine cavalleresco. Il mondo si era formato da poco. I primi senzienti di Dranas videro la sua bellezza e ne testimoniarono la magia. Ma il male già albergava nei cuori dei senzienti, e in reazione a ciò alcuni di essi si riunirono in un ordine il cui nome significa (due traduzioni possibili) I DRAGHI DELLA GIUSTIZIA o I PORTATORI DELLA FIAMMA, nato per impedire a chiunque di portare danno e distruzione al mondo.
L'ordine fu fondato da un paladino, un certo Termonium, con la benedizione di diversi dei: Peleor, Kadan e Urala, che fornirono rispettivamente il coraggio, le armi e la saggezza.
La spada seghettata è il simbolo dell'ordine e l'arma favorita, forgiata da Kadan stesso nella sua forgia sui Denti del Mondo, lì dove gli dei hanno piantato le loro spade al momento della creazione, per tenere fermo il mondo.
Nel tomo si trovano inoltre:
1) uno schema di costruzione e incantamento della spada seghettata che tutti voi vedete nel sogno, incisa sul pettorale delle vostre armature;
2) la rappresentazione di alcune creature che componevano l'esercito di Rovagug.
Trovate anche un diario personale di tale Mundus, chierico di Peleor, ove è riportata la frase che segue: "Uzzar se n'è andato con i suoi, in esilio. La sua stirpe morirà con lui, se resta, ma Dranas è grande: chi non ha mai commesso errori? Per quanto enormi, come il suo, tutti hanno diritto alla redenzione. Forse potrà trovarla lontano da qui."
Forse il diario merita ulteriori analisi da farsi con calma.
Dopo aver appurato che le bestie alate erano molto sensibili al rumore ma poco alla luce, abbiamo raggiunto il cimitero sfruttando il silenzio magico e ci siamo messi alla ricerca della tomba per recuperare parte di un incantesimo divino che serviva ad Asmus per consultare la dea della conoscenza Urala. L'abbiamo trovata quasi subito e ci siamo avvicinati, ma non so cosa sia successo nei 5 minuti successivi. Ricordo solo di aver intravisto una sorta di gigantesco bulbo vegetale che avvolgeva una delle lapidi lì vicino e di aver perso conoscenza, per ritrovarmi a terra accanto alla lapide e alla strana pianta dilaniata da Sturm e Uzzar.
Rimessi in sesto dalla magia di Hildar, ci siamo avviati all'interno del sepolcro, riuscendo immediatamente ad individuare la tomba che ci interessava: emanava infatti una potente aura malvagia. Non appena abbiamo sollevato il pesante lastrone di marmo che fungeva da coperchio, una sorta di spettro-ombra dagli occhi fiammeggianti ci ha attaccato ferocemente. Lo scontro non ha presentato grosse difficoltà, ad eccezione forse del fatto che il nostro avversario era piuttosto sfuggente e non era affatto semplice assestare dei buoni colpi.
Alla fine abbiamo avuto la meglio e finalmente siamo stati in grado di mettere le mani all'interno del sarcofago. E in quel preciso momento ho avuto la netta e sgradevole sensazione che le cose sarebbero andate peggiorando drasticamente.